(D.C.) – La politica del ‘contentino’, anche ai tempi del Coronavirus, rende tanto ma non risolve certo i problemi.
Il guaio è che ormai tutte le categorie si stanno uniformando a questo andazzo.
Il guaio è che ormai tutte le categorie si stanno uniformando a questo andazzo.
Giornalisti inclusi, i quali ormai scrivono sempre più spesso ciò che piace alla gente senza un minimo di senso critico per un pugno di complimenti (pardon di like).
Ecco allora che quando uno esce fuori dal coro, puntuale scatta il…crucifige.
Ed è successo pure con la quasi famigerata ordinanza Santelli sui bar che ancora tiene banco dopo settimane di polemiche e la sentenza del Tar pro Governo e quindi in favore della linea della ‘chiusura’.
Il fatto è però che, al di là dei sicuramente non pochi errori del governatore calabrese, si sia forse fatta largo la tendenza ad assecondare una sorta di dittatura della maggioranza ovvero di quanti in nome di una paura giustificata per certi versi ma eccessiva sotto altri ha preteso una paralisi a oltranza delle attività quasi maniacale.
Un fermo – secondo noi, che grazie a Dio non dobbiamo prendere voti o far piacere a chi ci legge a qualunque costo ovvero anche a quello di sostenere quanto non pensiamo in realtà – da qualche tempo imposto forse da un esercito di scansafatiche, magari ancora ipergarantiti a vario titolo sotto il profilo economico.
Gente che a far poco o nulla ci ha preso gusto.
Campioni del divano o della poltrona che si sono abituati a coltivare l’unico passatempo di criticare sui social chiunque provi a ripartire, cercando di calcolare il rischio di un Covid-19 che comunque non è Ebola e come tutte le altre forme di polmonite, comuni o meno, purtroppo sarà incombente sull’uomo e, lo si ricordi, potenzialmente letale pure dopo la scoperta di un vaccino efficace.
Ecco perché, pur essendo lontano da noi il pensiero di lodare questo o quel politico, almeno per stavolta stiamo dalla parte di una comunque tutt’altro che irreprensibile Santelli.
Che almeno ci sta provando a far ripartire una regione alle prese con un grave rischio.
A nostro avviso più inaccettabile del pericolo arrecato dal Sars-Cov-2, vale a dire che si avvantaggino ‘forze oscure’ in agguato sulla bellissima terra di Calabria in nome dell’utopistica ricerca dell’impatto zero.
Un modo troppo conservativo di ragionare.
E, a nostro modesto avviso, persino insensato.
Perché, va infine ancora ribadito, non si può distruggere un tessuto sociale in attesa di debellare un ‘Virus immortale’.