Coronavirus: nuovi casi in risalita, aumento dei contagi del 78,7% (GRAFICI)

Contagi in crescita per la terza settimana consecutiva. La variazione degli indicatori varata penalizza la Calabria con una capacità ridotta di posti letto

Monitoraggio settimanale dell’epidemia da Covid-19 in Italia a cura di Luca Fusaro commercialista, analista e collaboratore di diverse testate giornalistiche. I dati, illustrano attraverso dei grafici dedicati, la situazione nazionale aggiornata al al 26 luglio 2021 ore 17:00 (dati monitoraggio epidemia) e al 27 luglio 2021 ore 06:08 (dati vaccini).

Monitoraggio settimanale epidemia Coronavirus in Italia

Monitoraggio settimanale epidemia Coronavirus in Italia

Il trend dei nuovi casi è in crescita per la terza settimana consecutiva: 31.017 i contagi segnalati (+78,7%).

Aumentano gli attualmente positivi da 47.525 a 68.236 (+43,6%). Dal picco del 28 marzo si è passati da 573.235 a 68.236 (-88,1%). Il 97,5% dei casi attivi è in isolamento domiciliare, il 2,2% ricoverato con sintomi, lo 0,3% in terapia intensiva.

Sale il numero degli ospedalizzati da 1.350 a 1.694 (+25,5%). Dal picco del 6 aprile si è passati da 33.080 a 1.694 (-94,9%), in dettaglio i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 1.512 (-94,8%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 182 (-95,1%). L’89,3% degli ospedalizzati è ricoverato in area non critica, il 10,7% in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare, dal picco del 28 marzo, sono calate da 540.855 a 66.542 (-87,7%). Risultano conteggiati 9 decessi in più in quanto, nel bollettino del 26 luglio, la regione Calabria comunica che sono relativi a periodi pregressi (dic. 2020 e primi mesi 2021). Dopo 14 settimane consecutive di calo, i decessi riprendono a salire. Nell’ultima settimana si attestano a 97 (+12,8%), in media 14 al giorno.

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

• nuovi casi settimanali: da 17.360 a 31.017 (+78,7%);
• casi attualmente positivi: da 47.525 a 68.236 (+43,6%);
• ospedalizzati: da 1.350 a 1.694 (+25,5%);
• persone in isolamento domiciliare: da 46.175 a 66.542 (+44,1%);
• decessi: da 86 a 97 (+12,8%);
• ricoveri in terapia intensiva: da 162 a 182 (+12,3%);
• pazienti ricoverati con sintomi: da 1.188 a 1.512 (+27,3%).

Incidenza settimanale per 100.000 abitanti e occupazione posti letto COVID

L’incidenza settimanale per 100.000 abitanti sale da 29 a 52 dopo 8 settimane sotto il limite di 50.

I posti letto occupati in area medica sono il 2,7% (1.512 su 55.561), in terapia intensiva l’2,1% (182 su 8.543).

L’incidenza settimanale per 100.000 abitanti si è ridotta solo in Molise (da 25 a 19). Le regioni che sarebbero diventate gialle senza il cambio di parametri sono Emilia-Romagna (66), Lazio (87), Sardegna (109), Sicilia (78), Toscana (75), Umbria (63), Veneto (83). In base alle decisioni prese dalla cabina di regia cambiano i parametri. Si resta in zona bianca se si registrano meno di 50 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. In caso di contagi settimanali tra 50 e 150 ogni 100mila abitanti per restare in zona bianca è necessario che il tasso di occupazione delle terapie intensive non superi il 10% o che il tasso di occupazione dei reparti ospedalieri non superi il 15%. Se i due parametri sono entrambi superati si passa in fascia gialla. Scatta la zona gialla anche se i casi settimanali superano i 150 settimanali ogni 100mila abitanti ma il tasso di occupazione delle rianimazioni non supera il 20% oppure quello dei reparti ordinari non supera il 30%. Scatta l’arancione se entrambi i parametri sono superati. La zona rossa è attivata nei territori dove l’incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 150 casi ogni 100mil e si verificano entrambe queste condizioni: il tasso di occupazione dei posti letto in area medica supera il 40% e quello in terapia intensiva supera il 30%. Il primo indicatore utilizzato nei cambi di colore è stato l’indice Rt, poi sostituito dall’incidenza settimanale per 100.000 abitanti, adesso, visto l’andamento della campagna vaccinale, l’occupazione dei posti letto. Il prossimo grafico mostra il perché questa scelta non è equa per tutte le regioni.

Il numero di posti letto disponibili in area non critica e terapia intensiva per 100.000 abitanti (dato che varia, Fonte: Agenas) è molto disomogeneo tra le regioni, un’evidente disparità si passa dai 44 in area non critica della Calabria ai 147 dell’Emilia-Romagna, dagli 8 in terapia intensiva della Calabria ai 21 del Veneto. È semplice comprendere come i nuovi indicatori abbiano svantaggiato regioni come la Calabria con una capacità di posti letto nettamente inferiore ed è più facile, per tali regioni, raggiungere più velocemente la soglia che fa scattare il cambio di colore.

Si evidenzia un incremento dell’attività di testing. Nelle ultime 2 settimane i casi testati risultano pari a 658.355 contro i 594.397 delle precedenti (+10,8%), i tamponi risultano 2.733.865 contro 2.375.276 (+15,1%). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
numero di persone testate per settimana: da 310.949 a 347.406 (+11,7%);
• tamponi settimanali: da 1.298.821 a 1.435.044 (+10,5%).

Tasso di positività

In Italia il tasso di positività, calcolato sui tamponi, cresce dall’1,34% al 2,16%. Tale percentuale fa sì che si sono dovuti analizzare 46 tamponi per trovare un positivo (tamponi settimanali/casi settimanali).

L’aumento dei casi, da 17.360 a 31.017 (+78,7%), è dovuto principalmente alla maggiore circolazione del virus, infatti il tasso di positività è cresciuto da 1,34% a 2,16% e in parte all’aumento dell’attività di testing +11,7% di persone testate e +10,5% di tamponi. Aumentano notevolmente gli ospedalizzati (+25,5%) da 1.350 a 1.694 (+344), di cui 1.512 (+324) ricoverati con sintomi (+27,3%) e 182 (+20) pazienti in terapia intensiva (+12,3%). In Italia risultano 1.694 ospedalizzati positivi al SARS-CoV-2 su 59.257.566 abitanti (pop. residente al 1° gennaio 2021 Fonte Istat) ossia 1 su 34.981. Dei 68.236 casi attivi il 97,5% è in isolamento domiciliare.

Nel calcolo delle percentuali dei vaccinati viene utilizzato come dato non l’intera popolazione italiana ma la platea interessata ossia i soggetti ≥ 12 anni che secondo la stima dell’Istat sulla popolazione residente al 1° gennaio 2021 è pari a 53.399.242. Al 27 luglio (aggiornamento ore 06:08), il 13,1% della popolazione over 12 è in attesa della 2ᵃ dose (n. 6.995.888), il 57,23% ha completato il ciclo vaccinale (n. 30.558.065), il 29,67% non ha ricevuto alcuna dose (n. 15.845.289), il 70,33% ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 37.553.953). Gli over 80 che hanno completato il ciclo vaccinale sono il 91,89% (4.117.159 su 4.480.426). Gli over 60 che hanno completato il ciclo vaccinale sono 14.621.135 su 17.886.878 (81,74%), 15.807.993 hanno ricevuto almeno una dose (88,38%), 1.186.858 sono in attesa della 2ᵃ dose (6,64%), 2.078.885 non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (11,62%).

In dettaglio la percentuale di vaccinati per fasce di età: gli over 60 che non hanno ricevuto alcuna dose sono così suddivisi: 2,17% degli over 90 (n. 17.703), 6,1% della fascia 80-89 (n. 223.747), 10,85% della fascia 70-79 (n. 647.064) e 16% della fascia 60-69 anni (n. 1.190.371).

Oltre 30 milioni e mezzo di italiani hanno completato il ciclo vaccinale (n. 30.558.065 pari al 57,23% della popolazione ≥ 12 anni), il 91,89% degli over 80, l’81,74% degli over 60, l’88,38% degli over 60 ha ricevuto almeno una dose. Questi numeri dimostrano che l’andamento vaccinale sta proseguendo a gonfie vele soprattutto per gli over 60 ossia la popolazione veramente colpita dalla pandemia.

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