“Abbiamo fatto qualche passettino in avanti. Per qualcuno non è sufficiente, non possiamo fare di più”.
Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Lodi, parlando delle aperture contenute nel Dpcm. “Sono il primo che vorrebbe allentare le misure però per adesso dobbiamo ancora procedere così”, ha aggiunto. “Il rischio di contagio di ritorno o riesplosione dei focolai è molto concreto ed è la ragione che ci spinge ad adottare sì un allentamento delle misure ma con prudenza”. La decisione di istituire una zona rossa “è stata una grande sfida mai presa nel dopoguerra ad oggi” ha precisato Conte a Lodi, aggiungendo che “non possiamo portare in zona rossa 45mila abitanti e disinteressarci poi delle conseguenze economiche e sociali”.
Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Lodi, parlando delle aperture contenute nel Dpcm. “Sono il primo che vorrebbe allentare le misure però per adesso dobbiamo ancora procedere così”, ha aggiunto. “Il rischio di contagio di ritorno o riesplosione dei focolai è molto concreto ed è la ragione che ci spinge ad adottare sì un allentamento delle misure ma con prudenza”. La decisione di istituire una zona rossa “è stata una grande sfida mai presa nel dopoguerra ad oggi” ha precisato Conte a Lodi, aggiungendo che “non possiamo portare in zona rossa 45mila abitanti e disinteressarci poi delle conseguenze economiche e sociali”.
“Saranno importantissimi i vari test, sia il tampone sia quelli seriologici.
Man mano che diffonderemo questi test e che coinvolgeremo la popolazione, avremo un patrimonio informativo che ci consentirà di muoverci in questa seconda fase con maggior avvedutezza e sicurezza. Non possiamo permetterci di aver una situazione fuori controllo”. Per il premier “è questo il momento di agire con ragionevolezza, con prudenza”. La “strategia sanitaria” per la “fase 2” prevede “un approccio anche più scientifico sul tracciamento dei contatti” che avverrà attraverso l’ormai “famosa app”. Applicazione che sarà su “base volontaria”, perché “non possiamo obbligare nessuno a scaricarla”.
Sulla stessa lunghezza d’onda del premier il ministro degli esteri Luigi Di Maio: “Se siamo imprudenti adesso in estate rientriamo in lockdown”.
Così Di Maio a ‘La vita in diretta’ su Rai 1. “Il malato Italia sta meglio, lo stiamo curando, ma non è ancora in condizione di uscire totalmente dal lockdown”, ha aggiunto. “Se il presidente del Consiglio non dà l’ok all’apertura di negozi e mercati, è perché ancora ci sono rischi sanitari alti, ce li certifica la comunità scientifica”. “Tra le persone morte ci sono medici, infermieri, tanti cittadini e ci sono anche i sacerdoti che hanno svolto una grande funzione nella loro comunità e purtroppo ci hanno rimesso la vita. Il mio più grande abbraccio ai loro familiari”. Non si placa il dibattito sulla Fase 2 e sulle riaperture con le Regioni del nord che chiedono cautela sulla ripartenza.