Una settimana per decidere se fare uscire solo chi va al lavoro o a scuola. Dagli spostamenti tra Regioni a bar, ristoranti e palestre, si stanno pensando tutte le possibili strette di fronte all’aumento dei contagi e delle terapie intensive. L’incontro tra Governo e Regioni per concordare ulteriori chiusure è fissato per la giornata odierna. Con l’aumento di ricoveri e decessi per Covid il governo sta programmando l’ennesima stretta.
Se entro una settimana non arriveranno effetti positivi, Giuseppe Conte – secondo quanto riportato dal Corriere della Sera – potrebbe imporre il coprifuoco in tutta Italia o, addirittura, consentire l’uscita dalle abitazioni soltanto per andare a scuola o al lavoro, limitando al massimo le “attività non essenziali”. Conte resta contrario a un lockdown nazionale, mentre Speranza continua a non escludere la possibilità di un “reset”, anche solo due settimane, per dare fiato al sistema sanitario. “Valutiamo la curva e ci teniamo pronti”.
Se entro una settimana non arriveranno effetti positivi, Giuseppe Conte – secondo quanto riportato dal Corriere della Sera – potrebbe imporre il coprifuoco in tutta Italia o, addirittura, consentire l’uscita dalle abitazioni soltanto per andare a scuola o al lavoro, limitando al massimo le “attività non essenziali”. Conte resta contrario a un lockdown nazionale, mentre Speranza continua a non escludere la possibilità di un “reset”, anche solo due settimane, per dare fiato al sistema sanitario. “Valutiamo la curva e ci teniamo pronti”.
Coprifuoco
Se tra sette giorni non si sarà invertito l’andamento della curva scatterà il coprifuoco in tutta Italia alle ore 21. Una misura estrema, che il premier Conte aveva inizialmente respinto anche perché comporterebbe la serrata di bar e ristoranti. Limitando gli spostamenti gli scienziati sperano di frenare la corsa del virus, così da non arrivare a quella soglia massima di terapie intensive che rischia di far scattare il lockdown.
Spostamenti tra Regioni
In alcune regioni i centri commerciali sono aperti nel fine settimana, in altre devono essere chiusi. C’è chi obbliga al rientro a casa alle 23, chi alle 24, chi non mette limiti. In questa situazione c’è il rischio che i cittadini varchino i confini territoriali e per questo non è escluso che già venerdì i governatori concordino limitazioni agli spostamenti.
Medici di base
Mentre studia le nuove regole, il governo accelera sul fronte sanitario. Lo scopo è rafforzare le attività territoriali per migliorare la diagnostica e prevenire il dilagare dei contagi. I medici di famiglia saranno dotati della strumentazione “per consentire una più efficace presa in carico degli assistiti” non Covid, così da ridurre la pressione sugli ospedali.
Test rapidi in farmacia
Si va verso l’accordo che metterebbe i medici di base in condizione di somministrare le migliaia di test rapidi acquistate dal commissario Domenico Arcuri. Un’altra novità importante l’ha annunciata Speranza alle Regioni: “Proviamo a fare una sperimentazione per effettuare i test antigenici rapidi anche in farmacia”. Si lavora anche a un bando per selezionare duemila operatori che effettueranno test e tamponi e informeranno gli italiani sulle procedure. “Con un’ordinanza della Protezione civile — ha spiegato il ministro Boccia — si creerà un contingente per potenziare le reti sanitarie interne alle Asl e rafforzare le operazioni di tracciamento”.
Palestre e piscine
La scadenza di sette giorni concessa da Conte per adeguare i protocolli è fissata a lunedì. Ieri le associazioni di categoria hanno consegnato al ministro dello Sport Spadafora le linee guida che rendono obbligatorie tutte le prescrizioni finora facoltative: misurazione della febbre agli ingressi, lezioni individuali negli spazi stretti, percorsi differenziati negli spogliatoi. “I controlli dei Nas dimostrano che le norme vengono rispettate, chi le viola è stato già chiuso”, ribadisce Spadafora. Non resta che attendere la decisione del premier Conte.