Coronavirus, “Ospedali non pronti a fronteggiare epidemia esponenziale”

epatite acuta

Schizza l’aumento dei pazienti ricoverati in terapia intensiva: in sole 24 ore ci sono 62 pazienti in più in rianimazione per un totale di 514 (lunedì erano 452). Dal bollettino del ministero della Salute emerge anche che è stata superata la soglia dei 5mila ricoverati nei reparti ordinari: sono 5.076, 255 più di lunedì. Gli attualmente positivi sono 87.193, con un incremento rispetto a domenica di 4.429: di questi 81.603 sono in isolamento domiciliare (+4.112). I dimessi e guariti, infine, sono 242.028, con un incremento di 1.428.

“Rispetto a marzo-aprile, quando il nuovo coronavirus aveva colpito soprattutto la Lombardia e alcune regioni del Nord, la grande differenza è che ora il contagio è presente in tutto il Paese”. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza. “Nessuna regione può sentirsi libera e incolume da rischi”, ha aggiunto, perché la curva epidemica “sta crescendo in tutta Italia”. Si lavora, ha proseguito, “per evitare le misure più drastiche, dobbiamo lavorare per sfruttare il vantaggio che abbiamo rispetto ad altri Paesi”. L’andamento dei casi nelle prossime settimane, ha rilevato Speranza, “dipenderà dalle misure che adotteranno governo e regioni e dai comportamenti delle persone”.

“Rispetto a marzo-aprile, quando il nuovo coronavirus aveva colpito soprattutto la Lombardia e alcune regioni del Nord, la grande differenza è che ora il contagio è presente in tutto il Paese”. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza. “Nessuna regione può sentirsi libera e incolume da rischi”, ha aggiunto, perché la curva epidemica “sta crescendo in tutta Italia”. Si lavora, ha proseguito, “per evitare le misure più drastiche, dobbiamo lavorare per sfruttare il vantaggio che abbiamo rispetto ad altri Paesi”. L’andamento dei casi nelle prossime settimane, ha rilevato Speranza, “dipenderà dalle misure che adotteranno governo e regioni e dai comportamenti delle persone”.

L’allarme dei medici

Con i numeri attuali della pandemia da Covid-19 “gli ospedali italiani potranno reggere almeno per 5 mesi ed al momento la situazione è gestibile, ma se dovessimo assistere ad un aumento esponenziale dei casi come sta accadendo in altri Paesi come la Francia allora il sistema ospedaliero avrebbe una tenuta di non oltre 2 mesi”. E’ quanto afferma Carlo Palermo, il segretario del maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri italiani, l’Anaao-Assomed. Se si passasse dai circa 5mila casi di contagio giornalieri agli oltre 10mila come in Francia, rileva, “si rischia il crollo della prima trincea ospedaliera anti-Covid, perchè gli ospedali non sono pronti a far fronte ad un’epidemia esponenziale”. “Già ora – avverte – si iniziano a registrare delle criticità, a partire dal personale sanitario carente e dalle strutture che non sempre garantiscono percorsi differenziati”.

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