Coronavirus, presunte false diagnosi Covid in Sicilia: Codacons presenta esposto in Procura

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“Alla base dei proclami di emergenza Covid-19 potrebbero esserci dati del tutto inattendibili. Diagnosi di Covid-19 effettuate con 78 tamponi diversi, di cui nessuno validato, valutato e autorizzato preventivamente, la cui inaffidabilità è stata addirittura certificata dalla Commissione Europea e dall’Istituto Superiore di Sanità”. È quanto denunciato dal Codacons e dall’Associazione Italiana Diritti del Malato – Articolo 32, con un esposto depositato a nove Procure della Repubblica in Sicilia (Palermo, Catania, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Enna, Agrigento, Trapani e Messina), in cui si chiede di svolgere adeguate indagini per i reati di truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche,procurato allarme, falso ideologico e omicidio colposo.

Con una dichiarazione congiunta, il dottor Fabio Franchi Medico, infettivologo esperto di virologia, la dott.ssa Antonietta Gatti, scienziata esperta di nanopatologie, il dott. Stefano Montanari, farmacista ricercatore scientifico e nanopatologo, ed il prof. Stefano Scoglio, ricercatore Scientifico candidato Premio Nobel per la Medicina 2018, tutti nella loro qualità di esperti e ricercatori scientifici, con riferimento all’utilizzo dei cosiddetti tamponi Covid-19 (che sono al centro dell’attuale gestione dello stato di emergenza collegato alla nota problematica del Covid-19), hanno rilevato che i risultati dei tamponi sono del tutto inattendibili e che ‘proseguire nell’utilizzo dei tamponi da cui ricavare dati utili a determinare proclami sullo stato di emergenza, quarantene individuali o di gruppo, e per imporre limitazioni e lockdown, dalle scuole alle imprese alle famiglie, è praticamente senza nessun fondamento scientifico‘.

In particolare, secondo il prof. Stefano Scoglio, che ha coordinato le attività peritali e realizzato lo studio, ‘i tamponi Covid-19 producono fino al 95% di falsi positivi: certificato dall’Istituto Superiore di Sanità’. Ciò comporta che non esiste a tutt’oggi nessun marker specifico del virus, e dunque nessuno standard che possa rendere i tamponi affidabili. Nella sostanza, il tampone Covid-19, faringeo o nasale, non avrebbe alcun valore diagnostico. Dietro l’alto numero di tamponi (falsamente) positivi si potrebbe nascondere, inoltre, un grosso business ospedaliero. Secondo quanto dichiarato dall’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, infatti, gli ospedali non si privano dei malati Covid per l’alto indennizzo dato per i ricoveri.

‘Codacons Sicilia e Articolo 32 AIDMA – Associazione Italiana Diritti del Malato – afferma l’Avv. Carmelo Sardella con l’esposto-denuncia – chiedono, quindi, il sequestro probatorio dei tamponi Covid-19 presenti sul territorio, di effettuare adeguata perizia sui diversi test in circolazione per verificare la validità dello strumento del tampone per effettuare diagnosi di SARS-CoV-2, di individuare i dispositivi contraffatti immessi sul mercato illegalmente, di verificare che i test siano utilizzati coerentemente con la destinazione d’uso prevista, e per accertare il rispetto di tutte le altre condizioni di validità dei test‘”.

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