“Come azienda ospedaliera avevamo creato settanta posti letti per l’emergenza Covid, ma si sono rivelati insufficienti rispetto all’afflusso dei pazienti”. Lo dice all’AGI Pino Pasqua, che dirige il reparto di Terapia intensiva dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. “Io comunque voglio tranquillizzare la popolazione: abbiamo aperto nuovi reparti – dice Pasqua – e nell’arco di 24 ore verranno occupati dai pazienti che attualmente sono ospitati nel Pronto soccorso e siamo in attesa di nuovi posti letto anche a Cetraro e a Rogliano”.
Nel Pronto soccorso cosentino ci sono a oggi una quarantina di persone, ospitate su barelle, tutte risultate positive al coronavirus. La metà dovrebbe entro domani trovare posto in un nuovo reparto Covid. “Abbiamo anche aperto altri 10 posti letto di terapia subintensiva – precisa Pasqua – in aggiunta ai 30 di terapia intensiva che già avevamo. C’è anche da dire che abbiamo almeno un 50 percento di arrivi in meno al Pronto soccorso per quanto riguarda le altre patologie, – aggiunge Pasqua – rispetto all’afflusso che avevamo nella fase precovid. Io non credo che serva un ospedale da campo, – conclude Pasqua – non credo che sia il nostro problema: c’è bisogno di trovare luoghi idonei per questi pazienti, non è una situazione di guerra, è una situazione molto impegnativa e tutti ci stiamo mettendo l’anima per poterla risolvere”.
Nel Pronto soccorso cosentino ci sono a oggi una quarantina di persone, ospitate su barelle, tutte risultate positive al coronavirus. La metà dovrebbe entro domani trovare posto in un nuovo reparto Covid. “Abbiamo anche aperto altri 10 posti letto di terapia subintensiva – precisa Pasqua – in aggiunta ai 30 di terapia intensiva che già avevamo. C’è anche da dire che abbiamo almeno un 50 percento di arrivi in meno al Pronto soccorso per quanto riguarda le altre patologie, – aggiunge Pasqua – rispetto all’afflusso che avevamo nella fase precovid. Io non credo che serva un ospedale da campo, – conclude Pasqua – non credo che sia il nostro problema: c’è bisogno di trovare luoghi idonei per questi pazienti, non è una situazione di guerra, è una situazione molto impegnativa e tutti ci stiamo mettendo l’anima per poterla risolvere”.