Coronavirus, “Regione Calabria chiuda scuole e università”

coronavirus aeroporti

“Apprezziamo la linea intrapresa dal governo italiano, in particolare dal ministro della salute Roberto Speranza, per gestire l’emergenza coronavirus: ricordiamo che l’Italia è stato il primo paese europeo a chiudere i collegamenti aerei diretti con la Cina e che se anche gli altri paesi avessero adottato tempestivamente la stessa strategia oggi la situazione sarebbe certamente migliore”. Lo scrive, in una nota, Rosario Piccioni, consigliere comunale di Lamezia bene comune.

In questi ultimi giorni il governo nazionale ha saggiamente deciso di andare nella direzione di conciliare il rigore delle misure straordinarie adottate, in particolare nelle cosiddette zone “focolaio” del virus, con l’appello ad evitare allarmismi e a basarsi esclusivamente sui dati scientifici e sulle valutazioni dei medici. Virologi di fama mondiale come Ilaria Capua, direttrice dell’One Health Center in Florida, hanno ribadito che rispetto ai dati che giungono sulla diffusione del virus non c’è “né da piangere né da ridere”: l’Italia registra il maggior di diagnosi in quanto ha effettuato oltre 4.000 tamponi e soprattutto ha sottolineato si tratta di “una sindrome simil-influenzale causata da coronavirus”, che probabilmente si indebolirà nel tempo. Niente sottovalutazioni, dunque, ma neppure allarmismi ingiustificati.Ciò su cui il mondo della scienza e della medicina concorda è il fatto che la strada maestra per contrastare la diffusione del virus è la prevenzione. In quasi tutte le regioni del Nord, anche in quelle dove non si sono registrati casi accertati di contagi come la Liguria e il Friuli Venezia Giulia, regioni con una evidente alta qualità dell’assistenza sanitaria, sono state adottate misure drastiche per l’emergenza, a cominciare dalla sospensione delle attività delle scuole e delle università fino al 1 marzo. Anche nelle regioni meridionali si sta andando verso azioni di prevenzione. In Puglia si sta predisponendo un’ordinanza per la segnalazione preventiva ai medici di base da parte chi rientra dalle regioni del Nord e in Basilicata il presidente della Regione ha emanato un’ordinanza che impone la quarantena per 14 giorni a chi rientra in regione dalle regioni dove si sono registrati i casi di contagio.

In questi ultimi giorni il governo nazionale ha saggiamente deciso di andare nella direzione di conciliare il rigore delle misure straordinarie adottate, in particolare nelle cosiddette zone “focolaio” del virus, con l’appello ad evitare allarmismi e a basarsi esclusivamente sui dati scientifici e sulle valutazioni dei medici. Virologi di fama mondiale come Ilaria Capua, direttrice dell’One Health Center in Florida, hanno ribadito che rispetto ai dati che giungono sulla diffusione del virus non c’è “né da piangere né da ridere”: l’Italia registra il maggior di diagnosi in quanto ha effettuato oltre 4.000 tamponi e soprattutto ha sottolineato si tratta di “una sindrome simil-influenzale causata da coronavirus”, che probabilmente si indebolirà nel tempo. Niente sottovalutazioni, dunque, ma neppure allarmismi ingiustificati.Ciò su cui il mondo della scienza e della medicina concorda è il fatto che la strada maestra per contrastare la diffusione del virus è la prevenzione. In quasi tutte le regioni del Nord, anche in quelle dove non si sono registrati casi accertati di contagi come la Liguria e il Friuli Venezia Giulia, regioni con una evidente alta qualità dell’assistenza sanitaria, sono state adottate misure drastiche per l’emergenza, a cominciare dalla sospensione delle attività delle scuole e delle università fino al 1 marzo. Anche nelle regioni meridionali si sta andando verso azioni di prevenzione. In Puglia si sta predisponendo un’ordinanza per la segnalazione preventiva ai medici di base da parte chi rientra dalle regioni del Nord e in Basilicata il presidente della Regione ha emanato un’ordinanza che impone la quarantena per 14 giorni a chi rientra in regione dalle regioni dove si sono registrati i casi di contagio.

Rivolgo un appello alla presidente Santelli perché anche in Calabria si definiscano immediatamente direttive precise per affrontare l’emergenza incentrate soprattutto sulla prevenzione. Con una situazione sanitaria come quella della nostra regione, che non già riesce a garantire i Lea, difficilmente si riuscirebbero a gestire eventuali emergenze. Per questo proponiamo, come fatto anche in regioni senza casi di contagi come la Liguria, che la presidente della Regione disponga la chiusura per una settimana delle scuole di ogni ordine e grado e delle attività delle università. Stiamo parlando di soli sei giorni di interruzione delle attività didattiche, considerando il fatto che tra l’altro molti istituti sono già chiusi nei giorni del carnevale. Ne vale la pena per tutelare la salute dei nostri ragazzi e di tutti i calabresi. Sappiamo che tanti ragazzi che studiano e lavorano al Nord stanno ritornando in queste ore. Anche su questo fronte, finora non sono state emanate direttive specifiche dalla Regione rispetto ai percorsi da seguire, dall’arrivo all’aeroporto al rientro nei rispettivi Comuni. Con senso di responsabilità come richiede un momento delicato come questo, invitiamo la presidente Santelli, con il contributo tecnico del mondo medico, a valutare le direttive più adeguate per quanti in queste ore rientreranno dal Calabria dal Nord, come hanno già fatto la Basilicata e la Puglia. Infine, sappiamo che nel rapporto ministeriale del 1 febbraio sul coronavirus la Calabria veniva indicata come unica regione italiana no dotata dei mezzi necessari per far fronte ad una potenziale emergenza: ci auguriamo che da quel giorno siano state poste in essere le dovute azioni per diminuire i deficit segnalati. La scienza e dalla medicina indicano una fondamentale strada maestra: la prevenzione. In questa direzione auspichiamo che anche la nostra Regione faccia ogni sforzo per tutelare la salute dei cittadini calabresi”.

Redazione Calabria 7

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