(D.C.) – La scuola di nuovo a settembre, in un modo o nell’altro malgrado il Covid-19.
Se non vogliamo, altrimenti, che gli studenti inizino a scrivere ‘squola’ nel prossimo futuro.
Se non vogliamo, altrimenti, che gli studenti inizino a scrivere ‘squola’ nel prossimo futuro.
Fatto che, detto per inciso, in svariati casi già accade in tempi dominati dai più o meno precisi correttori automatici di telefoni, tablet e pc vari, e da istituti a cui servono i numeri degli iscritti, sovente sinonimo di promossi, per far cassa e avere i contributi pubblici.
E già, funziona così: se non elargisci (promozioni tutto sommato facili) non ricevi (i quattrini) ministeriali.
Ma questa è un’altra storia, perché almeno in classe si lavora.
Certo, al momento ci sono le videolezioni da casa, ma si sa che non è la stessa cosa del lavoro in classe e come non manchino altre difficoltà di diversa natura.
Cosa accade, allora?
Che forse si torna all’antico, anche in Calabria.
Metà sezioni in aula al mattino e altrettante al pomeriggio e niente più settimana corta.
Ma la domanda è?
È pronta pure questa regione ad adeguarsi al per ora ipotetico nuovo regime dopo le vacanze (?) estive?
Si vedrà più in là.