Coronavirus, Santelli silenzia la Calabria: ma dalla D’Urso…

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Alessandro Manfredi (direttore responsabile) – “Serve l’esercito, la situazione è drammatica, il Governo deve intervenire, siamo in guerra, la Calabria rischia una tragedia”.

Se vi sembra che vi stia creando panico ed allarmismo, state sereni, non sono mie parole. Quelle sopra sono state pronunciate dal Governatore della Calabria, Jole Santelli. Non le ha pronunciate al nostro “piccolo” giornale. No, le ha pronunciate da Barbara D’Urso, oppure su altre reti nazionali. Insomma, dalla gente che conta. Noi abbiamo inoltrato con grande educazione e professionalità richiesta di dichiarazione telefonica, anche tre minuti. Il suo ufficio stampa neppure ci ha degnato di risposta.

Se vi sembra che vi stia creando panico ed allarmismo, state sereni, non sono mie parole. Quelle sopra sono state pronunciate dal Governatore della Calabria, Jole Santelli. Non le ha pronunciate al nostro “piccolo” giornale. No, le ha pronunciate da Barbara D’Urso, oppure su altre reti nazionali. Insomma, dalla gente che conta. Noi abbiamo inoltrato con grande educazione e professionalità richiesta di dichiarazione telefonica, anche tre minuti. Il suo ufficio stampa neppure ci ha degnato di risposta.

Adesso, sempre la Santelli, fa comunicare dagli ospedali calabresi che non invieranno più dati su pazienti e casi positivi. Li comunica solo la Regione nel bollettino ufficiale. Quel bollettino che in queste settimane è stato a volte da noi miseri giornalisti calabresi corretto, visti alcuni errori commessi nel compilarlo, ma succede e non si vuole far pesare.

Ma tornando all’imposizione di non diffondere più dati sul Coronavirus se non per esclusiva comunicazione della Regione, vogliamo ricordare alla Santelli, da umili cittadini italiani, che abbiamo una Costituzione che tutela il diritto di informazione e che lei deve rispondere ai nostri microfoni per suo dovere. Ne è obbligata per legge. Altrimenti può sempre tornare a fare il parlamentare a Roma. Vada solo dalla D’Urso, dalla Gruber o da chi vuole lei, ma se fa il Governatore della Calabria, anche per un colpo di fortuna, come lei stessa ha ammesso, si attenga alle regole costituzionali ed ai diritti dei professionisti e dei cittadini. Si è giustificata, comunicando ufficialmente la disposizione, di adottarla per fare ordine sulla comunicazione. In realtà, il disordine lo fa proprio la comunicazione proveniente dalla Regione, a volte. Ed allora cosa ci può essere di meglio della comunicazione dettagliata proveniente dagli ospedali stessi, dove operano coloro che sanno esattamente come stia andando l’emergenza e la riportano con grande precisione e professionalità.

Forse, è meglio tacitare e nascondere, per evitare quelle pessime figure, soprattutto nazionali, che hanno caratterizzato la Calabria in queste settimane di Coronavirus. Si racconti magari di come si sia stati bravi ad aumentare una cinquantina di posti letto e dirci che si è riusciti a fermare il Covid. Ma sia chiaro. Quando il Coronavirus passerà, perché passerà, il merito sarà del personale medico, dei caduti, delle forze dell’ordine, dello Stato che funziona, dei cittadini che rispettano le regole. Noi giornalisti facciamo il nostro piccolo, a volte insultati e giudicati come sciacalli a caccia di clic. Alcuni di noi stanno lavorando 14 ore al giorno, sette giorni su sette. Ma noi valiamo evidentemente poco, per lei, Governatore Santelli. Chiederemo intercessione alla D’Urso. Magari due battute le farà anche a noi per dirci che serve l’esercito, la situazione è drammatica, il Governo deve intervenire, siamo in guerra, la Calabria rischia una tragedia.

Ma si ricordi, Governatore Santelli, che questa sua esclusiva visibilità nazionale, quando tutto passerà, perché passerà, la pretenderemo in ugual misura verso il reale virus della Calabria: la ‘ndrangheta e la politica corrotta o mediocre. Quelle cose che oggi ci fanno dire grazie al buon Dio, per non essere stati la Lombardia. Perché la Calabria, e questa è verità indiscutibile, sarebbe stata decimata nella popolazione anziana e debole. Solo per miracolo non paghiamo con decine di migliaia di vite quanto si è prodotto in decenni di governi, che siano stati di una nazione, di una regione o di un comune calabrese. Ed allora la vorremo vedere nelle tv nazionali, a dire che per combattere la criminalità e la corruzione in Calabria servirà l’esercito, che la situazione è drammatica, il Governo deve intervenire, siamo in guerra, la Calabria vive una tragedia. Perché, caro Governatore, lei è diventata la prima donna Presidente della Giunta regionale e poi è stata investita come tutti dal tremendo problema del Covid, ma non dimentichi mai quale regione d’Europa sta governando: la peggiore da sempre ed in assoluto. Merito della politica. Non certo dei giornalisti, spesso pressati, azzittiti, minacciati o peggio ancora corrotti dal solito sistema. Che silenzia la verità e la racconta per come conviene.

Caro Governatore, guardi davanti a lei. Il mondo sta cambiando, saremo tutti un’altra cosa. Anche io e lei. E lo sarà anche la Calabria. Si dimostri un valido generale, cominciando dalla tutela di ogni singolo diritto di ogni singolo cittadino. L’unica possibilità di costruire una nuova Calabria parte da questo. Lei lo sa, Governatore Santelli. Lei ha coraggio e si vede. In questi difficili momenti ha tentato con forza di fare la sua parte ed è evidente a tutti. Nessuno la giudica male, anzi. Lei resta obbligatoriamente l’ultima speranza per ogni singolo calabrese. Se ne assuma la responsabilità, perché se perdessimo questa guerra, la Calabria verrebbe spazzata via per altri decenni ed il futuro dei prossimi calabresi, che racconteranno i prossimi giornalisti sarà, purtroppo, il nostro solito passato”.

Redazione Calabria 7

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