Uno studio italiano del Politecnico di Milano, uscito sulla rivista scientifica PNAS, esamina gli effetti degli interventi di lockdown nel nostro paese nelle prime settimane dell’epidemia fino al 25 marzo. Secondo i modelli matematici proposti le misure restrittive hanno abbassato la probabilità di contagio del 45 per cento (fino al 49 per cento nello scenario più pessimistico). I ricoveri evitati avrebbero raggiunto 200.000 persone. I casi confermati in quel momento avrebbero raggiunto i 600.000.
Gli studiosi hanno calcolato che il numero di riproduzione generalizzato R0 sarebbe stato in Italia uguale a 3,6 e hanno mappato i risultati per 107 province. I risultati suggeriscono che la sequenza di restrizioni poste alla mobilità e alle interazioni uomo-uomo hanno ridotto la trasmissione del 45% (dal 42 al 49%). I ricoveri evitati sono misurati disegnando scenari con allentamento selettivo di alcune restrizioni e avrebbero totalizzato circa le 200.000 persone (al 25 marzo, 2020). In Italia, nel punto critico dell’epidemia al 25 marzo si contavano 74.386 casi confermati totali e 7.503 decessi. A due settimane dall’adozione delle chiusure più stringenti. Lo studio italiano calcola «una cifra significativamente maggiore rispetto ai conteggi ufficiali: al 25 marzo 2020 stimiamo una mediana di circa 600.000 contagi».
Gli autori fanno notare come il risultato principale che emerge è che un’epidemia completamente incontrollata avrebbe alla fine colpito soprattutto le principali aree metropolitane. «Stimiamo che le misure di contenimento e i cambiamenti nel comportamento sociale e nella consapevolezza abbiano progressivamente ridotto la trasmissione», scrivono. In una figura (vedi foto, ndr) mostrano tre scenari per l’Italia e i ricoveri da Covid-19: la linea inferiore mostra l’ammontare dei ricoveri con le misure restrittive, la linea A che cosa sarebbe successo con le restrizioni imposte a febbraio che riguardavano principalmente le zone rosse, la linea B il numero di ricoveri senza misure, che come si vede sale in maniera esponenziale subito dopo il 16 marzo. «Il modello mostra, inequivocabilmente, che gli effetti delle misure restrittive sono stati decisivi. I nostri risultati supportano senza dubbio drastiche decisioni governative», concludono gli autori.
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