Coronavirus, sette giorni decisivi: Calabria, obiettivo “R con zero” sotto l’uno

variante covid messico

di Alessandro Manfredi – Quello che parte da oggi è il periodo verosimilmente decisivo per la Calabria nella lotta al Coronavirus.

Non si tratta di uno slogan per indurre ed incentivare i calabresi a rispettare le norme dei vari decreti di Governo, Regione e Comuni. C’è un dato assolutamente scientifico a supporto di tale probabilità, la lettura della curva epidemica. Da profani, un elemento statistico che mette tutti d’accordo è il fatto che, per comprendere l’andamento dei dati quotidiani e stabilire una reale curva epidemica, la prima cosa da fare è non leggere i numeri diffusi ogni sera dalla Protezione Civile. Perché quei numeri sono totalmente legati al numero di tamponi eseguiti, dunque, non si può stabilire scientificamente quanti contagi effettivi ci siano in Italia ogni giorno e quale sia la reale crescita o decrescita dei casi.

Non si tratta di uno slogan per indurre ed incentivare i calabresi a rispettare le norme dei vari decreti di Governo, Regione e Comuni. C’è un dato assolutamente scientifico a supporto di tale probabilità, la lettura della curva epidemica. Da profani, un elemento statistico che mette tutti d’accordo è il fatto che, per comprendere l’andamento dei dati quotidiani e stabilire una reale curva epidemica, la prima cosa da fare è non leggere i numeri diffusi ogni sera dalla Protezione Civile. Perché quei numeri sono totalmente legati al numero di tamponi eseguiti, dunque, non si può stabilire scientificamente quanti contagi effettivi ci siano in Italia ogni giorno e quale sia la reale crescita o decrescita dei casi.

Dunque, la ragione per la quale i prossimi sette giorni saranno decisivi per la Calabria e la nazione in generale, proviene dall’evoluzione delle norme in atto nel Paese. Oggi, ad esempio, la Lombardia sta contando i contagi avvenuti una settimana fa. Quelli attuali saranno ovviamente proiettati nei prossimi sette giorni. Medesimo discorso per la Calabria. Ed allora, detto ciò, ci si può affidare solo ad un indice di contagio, denominato “R con zero”.

“II Paese – ha spiegato l’epidemiologo Pierluigi Lopalco – sarà effettivamente al sicuro solo quando l’indice di contagio, il cosiddetto R con zero, sarà inferiore a uno, cioè quando una persona positiva avrà la potenzialità di infettare meno di una persona, ma è difficile dire ora quando ciò accadrà. Ci sono ancora troppe incognite – sottolinea – e sarà necessaria ancora qualche settimana di sorveglianza stretta dei casi”. Rispetto all’andamento generale della curva epidemica, Lopalco rileva come “c’è un rallentamento che ci fa sperare, ma è necessaria estrema cautela prima di poter dire che abbiamo svoltato. La diffusione di un giorno è quella che in realtà risale ai contagi di almeno una settimana prima, quindi prima di pronunciarsi bisogna essere certi che il trend si stabilizzi”.
Ciò che è certo, rileva, è che “le misure adottate stanno dando i loro frutti, ma al momento non si può dire quando ci sarà un calo dei casi giornalieri perché potrebbero aprirsi dei nuovo focolai, così come – conclude – anche il cosiddetto picco è un concetto astratto ed abbastanza relativo”.

Evidentemente le misure stanno producendo un calo della curva epidemica e proprio questa settimana che verrà, della quale coglieremo i frutti nella settimana successiva, quella Santa fino alla domenica di Pasqua il 12 aprile, se sarà vissuta con altissima responsabilità, proseguendo ancora con maggiore convinzione ed attenzione su quanto disposto in queste settimane, in Calabria, dove i contagi sono molto meno della Lombardia, l’indice “R con zero” potrebbe essere inferiore ad uno.

Ipotizza una chiusura nazionale almeno fino a fine aprile Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale. “Per la fine delle misure di isolamento sociale e per una riapertura di aziende e scuole è ancora presto, realisticamente bisognerà aspettare almeno fine aprile – ha dichiarato all’Ansa -. Non ci sarà un unico picco di casi ma ci saranno presumibilmente vari picchi sul territorio, in tempi diversi. Dunque l’arma più efficace per ora restano l’isolamento e le misure restrittive”.
In pratica, spiega Pregliasco, “con le misure adottate abbiamo in un certo senso ottenuto l’effetto di ‘schiacciare’ la curva epidemica e quindi, per un certo periodo, avremo una situazione di andamento dei casi a plateau, cioè piatto”. Per ora, “c’è solo un rallentamento della crescita dei nuovi casi e bisognerà dunque attendere ancora per vedere una effettiva riduzione dei casi. Nel frattempo – ha concluso – bisogna mantenere le misure di contenimento in atto”. Insomma, il mondo scientifico non ha dubbi: i prossimi sette giorni, per tutte le regioni d’Italia, saranno il banco di prova da non fallire. Per battere il Covid-19 serve ancora un grande sforzo comune della popolazione.

Redazione Calabria 7

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