“Nel mio paese ho riscontrato che c’era un lavoratore che proveniva da un Comune chiuso perché definito “zona rossa”, e questo mi ha allarmato”. Lo dice all’AGI in sindaco di Cerisano (Cosenza), Lucio Di Gioia, lamentando che ancora troppe persone, per i motivi più svariati, e non sempre improcrastinabili, escono dai Comuni chiusi per l’emergenza sanitaria.
“Ho fatto subito presente la cosa – dice il sindaco – ed è proprio di ieri l’ordinanza della presidente Santelli che ha prorogato i tempi di chiusura per i paesi ad alto rischio epidemiologico, e le norme parlano in maniera chiara”. “Se da questi luoghi possono invece uscire decine di persone per andare a lavorare in tutta la provincia, allora c’è un’incongruenza – sottolinea Di Gioia – e c’è qualcuno, come le forze dell’ordine, che evidentemente interpreta la norma in un certo modo e quindi c’è bisogno che gli enti preposti diano una direttiva precisa”.
“Ho fatto subito presente la cosa – dice il sindaco – ed è proprio di ieri l’ordinanza della presidente Santelli che ha prorogato i tempi di chiusura per i paesi ad alto rischio epidemiologico, e le norme parlano in maniera chiara”. “Se da questi luoghi possono invece uscire decine di persone per andare a lavorare in tutta la provincia, allora c’è un’incongruenza – sottolinea Di Gioia – e c’è qualcuno, come le forze dell’ordine, che evidentemente interpreta la norma in un certo modo e quindi c’è bisogno che gli enti preposti diano una direttiva precisa”.
Redazione Calabria 7