Coronavirus, vaccinato a Cinquefrondi il centenario “nonno Francesco”

Nonno Francesco non ha nascosto la sua emozione alla vista dei militari e ha raccontato loro alcuni episodi della sua vita quali la battaglia di El Alamein e la reclusione nei campi di detenzione.
Cinquefrondi

Si chiama Francesco Conia, nato nel 1921 e già reduce della seconda guerra mondiale, ed è il primo a Cinquefrondi nella categoria anziani e fragili, a cui è stato somministrato il vaccino dalla task force dell’Esercito Italiano messa in campo dalla Struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo rappresentata dal generale Pirro e coordinata sul territorio dal colonnello Zizza. L’equipe, di stanza nel centro vaccinale di Taurianova, guidata dal tenente medico Mariaelena Malvasi, proveniente dal Policlinico militare Celio e composta dal maresciallo infermiere Antonio Delle Grazie, del 232° rgt Trasmissioni Avellino, e dall’infermiere del Suem118 Agostino Carrozza, ha operato in condizioni di massima sicurezza procedendo ad un’attenta anamnesi e successiva visita del paziente.

Nonno Francesco, che attendeva la vaccinoprofilassi dalla fine di marzo, non ha nascosto la sua emozione nel ricevere la visita dei militari a cui ha voluto raccontare alcuni episodi della sua vita, in particolare, l’esperienza della battaglia di El Alamein ed il dramma della reclusione nei campi di detenzione. Lo staff, premurosamente, dopo l’inoculazione del siero Pfizer, ha atteso il tempo del monitoraggio del paziente “speciale” per la verifica delle condizioni generali post-inoculazione. Il gruppo di vaccinatori dell’Esercito proseguirà nell’opera di somministrazioni delle dosi alla popolazione fragile fino al completo esaurimento degli elenchi dei prenotati. (Ansa)

Nonno Francesco, che attendeva la vaccinoprofilassi dalla fine di marzo, non ha nascosto la sua emozione nel ricevere la visita dei militari a cui ha voluto raccontare alcuni episodi della sua vita, in particolare, l’esperienza della battaglia di El Alamein ed il dramma della reclusione nei campi di detenzione. Lo staff, premurosamente, dopo l’inoculazione del siero Pfizer, ha atteso il tempo del monitoraggio del paziente “speciale” per la verifica delle condizioni generali post-inoculazione. Il gruppo di vaccinatori dell’Esercito proseguirà nell’opera di somministrazioni delle dosi alla popolazione fragile fino al completo esaurimento degli elenchi dei prenotati. (Ansa)

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