Tra i 21 indicatori indicati dal ministero della Salute per il monitoraggio della Fase 2 spicca l’indice ‘Rt’.
Dalla data della riapertura ogni Regione, di settimana in settimana, comunica il numero di tamponi eseguiti, la capacità delle strutture ospedaliere e, appunto, l’indice Rt: tenendo conto di questi dati e dell’evoluzione dell’epidemia di coronavirus sul territorio si calcola il livello di rischio per una determinata zona.
Dalla data della riapertura ogni Regione, di settimana in settimana, comunica il numero di tamponi eseguiti, la capacità delle strutture ospedaliere e, appunto, l’indice Rt: tenendo conto di questi dati e dell’evoluzione dell’epidemia di coronavirus sul territorio si calcola il livello di rischio per una determinata zona.
Un elemento che, ovviamente, influenza le politiche e le misure da attuare per contrastare l’infezione.
La fondazione Gimbe, formata da ricercatori dell’ambito sanitario, sottolinea i limiti dello stesso indice, definendolo ‘un parametro impreciso e condizionato dalla qualità dei dati’. E che non dovrebbe quindi condizionare decisioni in merito alla riapertura. “I valori di Rt sono diventati oggetto di dibattito pubblico con inopportune classifiche tra le Regioni che, in relazione alle variazioni settimanali, lo trasformano da vessillo da sbandierare a pomo della discordia, e viceversa. Addirittura, si è arrivati a ventilare l’ipotesi, subito archiviata dal Presidente dell’ISS, di utilizzare il valore di Rt per la mobilità interregionale”. Così Nino Cartabellotta, presidente della fondazione.
“Ma le Regioni hanno chiesto di non considerare il parametro Rt nell’esaminare la diffusione del virus. I governatori, piuttosto, propongono di affidarsi all’indice R0 (erre con zero).
Ma che differenza c’è tra i due? Quando si parla di R0 si indica il cosiddetto numero di riproduzione di base: in altre parole il tasso di contagiosità, il numero medio di infezioni secondarie causate da un unico soggetto infetto. Con indice R0 pari a 1 un contagiato potrà infettare un’altra persona, mentre se questo è uguale a 2 un malato potrà passare il virus ad altre due persone. Tanto più è alto il valore R0, tanto più il virus risulta contagioso. Questo vale per una popolazione che non ha avuto contatti precedenti con il patogeno in questione. L’indice Rt, invece, si riferisce al tasso di contagiosità in seguito all’introduzione di misure (come il lockdown) che hanno lo scopo di contrastare il diffondersi della malattia.