Coronavirus, valorizzare l’opera del personale sanitario

Prevenzione per la salute, donne più "attente" degli uomini

L’opera svolta, in questa fase di emergenza, da tutti i medici in prima linea nella lotta al COVID-19 deve essere valorizzata al fine di compensare le condizioni di particolare disagio e l’intensità dell’impegno professionale profuso.

Infatti, solo la responsabilità e l’abnegazione dei medici dei reparti ospedalieri, di quelli territoriali e del SEU 118 sono la vera ragione per cui il SSR ha risposto con impegno e professionalità a questa inaspettata prova che ha destato tanto timore e tutt’ora mette a rischio la tenuta dell’organizzazione sanitaria e la tutela della salute dei cittadini. Ciò, malgrado l’inadeguatezza gestionale prima regionale e poi aziendale che ha costretto i sanitari a turni massacranti, senza che sia stata assicurata la loro sicurezza personale per l’insufficienza dei dispositivi di protezione individuale.

Infatti, solo la responsabilità e l’abnegazione dei medici dei reparti ospedalieri, di quelli territoriali e del SEU 118 sono la vera ragione per cui il SSR ha risposto con impegno e professionalità a questa inaspettata prova che ha destato tanto timore e tutt’ora mette a rischio la tenuta dell’organizzazione sanitaria e la tutela della salute dei cittadini. Ciò, malgrado l’inadeguatezza gestionale prima regionale e poi aziendale che ha costretto i sanitari a turni massacranti, senza che sia stata assicurata la loro sicurezza personale per l’insufficienza dei dispositivi di protezione individuale.

L’emergenza Covid ha, poi, prodotto una riorganizzazione delle attività in alcuni Ospedali e negli HUB con un ampliamento dei posti letto nelle malattie infettive, nelle terapie intensive e sub intensive ed una riconversione di aree assistenziali, come nell’Azienda “Mater Domini” e “Pugliese” di Catanzaro, nell’Azienda Ospedaliera di Cosenza ed in quella di Reggio Calabria, con un conseguente maggiore impegno richiesto a tutti gli operatori.

La Regione Calabria, in linea con altre, dovrebbe integrare le risorse disponibili ai sensi dell’art. 1 del Decreto-Legge 17 marzo 2020 con risorse aggiuntive per compensare il disagio ed il rischio da Covid-19. Infatti, gli istituti previsti dai contratti collettivi nazionali non sono sicuramente adeguati a compensare l’eccezionale sforzo richiesto in questo momento al personale sanitario. Non bisogna altresì dimenticare dalla giusta valorizzazione oltre il personale dipendente anche quello in convenzione che, per esempio, nel SEU 118 rappresenta l’80% di quello in servizio.

Questo personale, pur svolgendo gli stessi compiti di quello dipendente, non ha gli stessi diritti, stesso salario e stesse tutele.

Sono tanti gli episodi che hanno visto protagonisti i medici del SEU 118 nelle ASP di Cosenza, Reggio Calabria e Catanzaro, mandati allo sbaraglio in alcuni casi senza i dovuti dispositivi di protezione individuali per il trasporto “secondario” dei malati Covid-19. Malgrado ciò, nell’ASP di Catanzaro i medici del 118, vera prima linea nell’attuale emergenza, hanno subito, ironia della sorte, la sospensione dell’indennità aggiuntiva prevista dall’AIR vigente che determina una iniqua decurtazione stipendiale di circa ¼. La CISL MEDICI ritiene che debba essere garantita serenità ed appoggio ai medici ospedalieri ed a quelli del territorio che, in questo momento, più che mai, si stanno prodigando per il bene dei cittadini, ed auspica che la Regione Calabria e la Struttura Commissariale valorizzino la loro opera anche in prospettiva di una necessaria, futura e nuova riorganizzazione dei servizi sanitari conseguente all’attuale pandemia.

Redazione Calabria 7

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