Dopo la zona rossa del 5 e il 6 gennaio, l’Italia sarà nuovamente “gialla” nei successivi due giorni e “arancione” il 9 e il 10. Da giovedì 11 a venerdì 15 gennaio, invece, il Governo ha dichiarato che ritorneranno le fasce “a colori”. Ogni Regione seguirà le regole previste dal colore di riferimento in base all’indice di contagio Rt. L’ipotesi avanzata dal ministro Dario Franceschini è quella di introdurre una “zona bianca” a partire dal 15 gennaio. La decisione del Governo di varare nuove restrizioni dopo l’Epifania è giunta al termine di una lunga giornata di incontri e riunioni.
La zona bianca
La zona bianca
L’introduzione di una “zona bianca” a partire dal 15 gennaio ha l’obiettivo di consentire in alcune aree d’Italia la ripartenza di ristoranti, bar, cinema, teatri, musei, palestre e piscine. Se la proposta si concretizzerà, verrà formalizzata nel nuovo Dpcm o in un decreto legge a ridosso di quella data. La proposta di Franceschini è stata subito appoggiata anche dal ministro Alfonso Bonafede. Nella zona bianca rientrerebbero dunque le Regioni, le fasce o le zone con gli indicatori migliori. Ferme restando le regole base di contenimento – come mascherina obbligatoria, distanziamento e divieto di assembramento – bar e ristoranti lavorerebbero senza limiti di orario, così come piscine e palestre.
Cosa si potrà fare
Il presupposto fondamentale per la zona bianca dovrebbe essere quello di registrare non più di 50 casi di Coronavirus ogni 100mila abitanti. Soddisfatto questo parametro, non dovrebbe essere in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5. Non dovrebbero esserci limitazioni all’apertura e al servizio dei locali pubblici e dovrebbero riaprire, con regole e limitazioni simili a quelle introdotte durante il primo lockdown, palestre e piscine attraverso un protocollo da stilare tra gli operatori e il ministero della Salute e dello Sport. Stesso discorso anche musei, mostre, teatri, cinema e sale da concerto. Nel frattempo il Governo ha già deciso per il rinvio della riapertura degli impianti sciistici. Il ministro Speranza ha firmato un’ordinanza che rimanda di 11 giorni la fine del blocco alle piste da sci, a causa del nuovo aumento di contagi. Fino al 18 gennaio, quindi, gli impianti rimarranno chiusi.
Calabria a rischio
Il timore per l’aggravarsi della curva epidemiologica e dell’indice Rt in diverse Regioni ha spinto l’esecutivo a rivalutare i parametri per la definizione delle aree di rischio. “Stiamo facendo fare un approfondimento ai tecnici in modo da abbassare le soglie dell’Rt per accedere in zona rossa o arancione”, ha spiegato il ministro della Salute, Roberto Speranza. Le soglie potrebbero essere rivsite in questo modo: entrerebbero in zona arancione le regioni che hanno un Rt pari a 1 (il valore stabilito è 1,25) e in zona rossa quelle con un Rt a 1,25 (la soglia è 1,50).
Saranno decisivi i dati della Cabina di regia per il monitoraggio delle regioni, in arrivo l’8 gennaio. A rischio sono in sei (Calabria, Liguria, Veneto, Basilicata, Lombardia e Puglia) con l’indice di trasmissione Rt sopra o pari a 1. Se passasse la linea della revisione dell’Rt, sarebbero a rischio immediato di zona arancione o addirittura in proiezione verso quella rossa