Corruzione, chiesto il processo per un ex consigliere regionale calabrese

Fissata per il 13 gennaio in aula bunker davanti al gup Giuseppina Candito la prima udienza preliminare del processo “Inter nos”
corruzione paris-alt

La Dda di Reggio Calabria ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex consigliere regionale della Calabria Nicola Paris, eletto nel 2020 con la lista dell’Udc e arrestato nell’agosto scorso con l’accusa di corruzione. Fissata per il 13 gennaio in aula bunker davanti al gup Giuseppina Candito la prima udienza preliminare del processo “Inter nos”.

Sono 26, complessivamente, gli imputati per i quali il procuratore Giovanni Bombardieri e i sostituti Walter Ignazitto, Giulia Scavello e Marika Mastrapasqua – riporta l’Ansa – hanno provveduto a chiedere il rinvio a giudizio. Paris, secondo quanto è scritto nel provvedimento restrittivo, avrebbe tentato di intervenire sull’ex presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, al fine di sollecitare il rinnovo contrattuale per Giuseppe Corea, il direttore del settore Gestione risorse economico-finanziarie dell’Azienda sanitaria provinciale. Anche Corea è imputato perché ritenuto dagli inquirenti la persona grazie alla quale le imprese vicine ai clan Serraino, Iamonte ed a quelli della Locride ottenevano gli appalti. La nomina di Corea sarebbe stata spinta da Paris nell’interesse degli imprenditori che, stando al campo di imputazione, “lo avevano sostenuto durante la campagna elettorale”.

Sono 26, complessivamente, gli imputati per i quali il procuratore Giovanni Bombardieri e i sostituti Walter Ignazitto, Giulia Scavello e Marika Mastrapasqua – riporta l’Ansa – hanno provveduto a chiedere il rinvio a giudizio. Paris, secondo quanto è scritto nel provvedimento restrittivo, avrebbe tentato di intervenire sull’ex presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, al fine di sollecitare il rinnovo contrattuale per Giuseppe Corea, il direttore del settore Gestione risorse economico-finanziarie dell’Azienda sanitaria provinciale. Anche Corea è imputato perché ritenuto dagli inquirenti la persona grazie alla quale le imprese vicine ai clan Serraino, Iamonte ed a quelli della Locride ottenevano gli appalti. La nomina di Corea sarebbe stata spinta da Paris nell’interesse degli imprenditori che, stando al campo di imputazione, “lo avevano sostenuto durante la campagna elettorale”.

Gli indagati Antonino Chilà, Giovanni Lauro, Antonino D’Andrea, Mario Carmelo D’Andrea, Domenico Chilà, Angelo Zaccuri, Bruno Martorano, Lorenzo Delfino, Sergio Piccolo, Gianluca Valente e Antonio Costantino. Sono accusati di avere fatto parte di “un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione indeterminata di delitti di corruzione, turbata libertà degli incanti, astensione dagli incanti e, più in generale, di delitti contro la pubblica amministrazione”. Tra i 26 imputati ci sono anche l’ex direttore generale dell’Asp Rosanna Squillacioti, l’ex commissario Francesco Sarica e la dirigente dell’ufficio Programmazione e Bilancio dell’Azienda Angela Minniti, accusati di turbativa d’asta. Sono accusati, invece, di traffico di influenze l’ex primario del pronto soccorso dell’ospedale di Locri Domenico Salvatore Forte e il collaboratore amministrativo dell’Asp Francesco Macheda.

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