Corruzione sull’asse Polizia giudiziaria – Asp, il pm: “Due a giudizio, una condanna”

lentini

di Gabriella Passariello

Un’annotazione di servizio falsa per agevolare il direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro e ottenere in cambio l’assunzione di un familiare. Con le accuse a vario titolo di corruzione in atti giudiziari e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, il pubblico ministero Domenico Assumma ha ribadito in aula la richiesta di rinvio a giudizio a carico di Francesco Santoro, ex ufficiale di pg del Nisa e Giuseppe Pugliese, direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro, che hanno optato per l’ordinaria udienza preliminare, mentre ha invocato un anno e quattro mesi di reclusione per Francesco Lucia, all’epoca dei fatti ufficiale di Polizia giudiziaria del Nisa, che ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato. Il gup Carmela Tedesco ha aggiornato l’udienza al prossimo 13 settembre, giorno in cui sono previste le arringhe difensive dei legali Salvatore Staiano, Rosa Giorno, Francesco Gambardella, Nunzio Raimondi e Francesco Laratta.

Un’annotazione di servizio falsa per agevolare il direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro e ottenere in cambio l’assunzione di un familiare. Con le accuse a vario titolo di corruzione in atti giudiziari e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, il pubblico ministero Domenico Assumma ha ribadito in aula la richiesta di rinvio a giudizio a carico di Francesco Santoro, ex ufficiale di pg del Nisa e Giuseppe Pugliese, direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro, che hanno optato per l’ordinaria udienza preliminare, mentre ha invocato un anno e quattro mesi di reclusione per Francesco Lucia, all’epoca dei fatti ufficiale di Polizia giudiziaria del Nisa, che ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato. Il gup Carmela Tedesco ha aggiornato l’udienza al prossimo 13 settembre, giorno in cui sono previste le arringhe difensive dei legali Salvatore Staiano, Rosa Giorno, Francesco Gambardella, Nunzio Raimondi e Francesco Laratta.

Doveri di segretezza violati. Secondo le ipotesi di accusa, Francesco Santoro, era stato subdelegato il 29 febbraio 2016 alla identificazione e all’elezione di domicilio di Giuseppe Pugliese, dalla Guardia di Finanza della Procura di Lamezia dove era pendente un procedimento penale a carico di ignoti e “in violazione delle disposizioni  sui compiti, i doveri,  e le attività della polizia giudiziaria”, avrebbe trasgredito  doveri di segretezza ed imparzialità, ritardando gli atti del suo ufficio. In particolare, secondo la Procura, Santoro avrebbe informato Pugliese del rischio di essere iscritto nel registro degli indagati, prodigandosi a trovare una soluzione. Avrebbe depositato il verbale di identificazione ed elezione di domicilio il 16 marzo 2016, insieme ad una annotazione di servizio dal contenuto “difensivo”, nella quale sarebbe emersa la assoluta estraneità di Pugliese ai fatti contestati, annotazione previamente concertata  con  Pugliese, (che risponde insieme a Santoro di corruzione in atti giudiziari), stilata per impedire che il dg dell’Asp di Catanzaro assumesse la qualifica di indagato. In cambio Santoro avrebbe ottenuto una promessa, un’utilità: l’intermediazione di Pugliese con la Seta srl, società fornitrice di servizi per l’Asp, per l’assunzione di sua figlia.

L’annotazione di servizio fasulla.Santoro risponde, inoltre, in concorso con Francesco Lucia di falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, per aver formato una annotazione di servizio, falsa in ogni sua parte. Nonostante fosse stata delegata al Nisa la sola attività di redazione del verbale di elezione di domicilio di Giuseppe Pugliese, gli ex agenti del Nisa, avrebbero “concordato con il dg il contenuto dal carattere difensivo dell’annotazione di servizio, materialmente redatta da Santoro”. Con l’aggravante di aver commesso il fatto in violazione dei doveri inerenti al servizio di Polizia giudiziaria cui erano preposti.

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