Cosenza commemora il calciatore antifascista morto a Mauthausen

Il sindaco Franz Caruso ha svelato in occasione del 25 aprile, la targa in memoria di Vittorio Staccione, il calciatore del Cosenza morto a Mauthausen

“Ricordare oggi Vittorio Staccione, in occasione del 77° anniversario della Liberazione, è un atto doveroso. Quando mi è stato proposto, mi si è aperto il cuore. Sono onorato di poter, insieme a voi, scoprire questa targa che ha un valore particolare. Dobbiamo, infatti, ricreare le condizioni perché questi luoghi non siano solo luoghi di memoria, ma di partecipazione democratica a quella che è l’azione politica che anche nella nostra città ha bisogno di essere alimentata quotidianamente e la democrazia è qualcosa che dovrebbe appartenere a tutti”. Lo ha detto il sindaco Franz Caruso intervenendo alla manifestazione promossa dall’ICSAIC (Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea) insieme all’ANPI provinciale (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), sezione “Paolo Cappello”, e con la partecipazione del Cosenza Calcio, per ricordare il calciatore antifascista torinese Vittorio Staccione, deportato e morto a Mauthausen il 16 marzo 1945 e che dal 1931, dopo aver giocato nel Torino e nella Fiorentina, vestì la casacca rossoblù del Cosenza (all’epoca Cosenza Sport Club).

Il mediano di Mauthausen

Il mediano di Mauthausen

Alla manifestazione di questa mattina hanno preso parte Maria Pina Iannuzzi, del direttivo dell’ANPI, che l’ha introdotta, il Presidente dell’ICSAIC Paolo Palma, il giornalista Francesco Veltri, autore del volume “Il mediano di Mauthausen”, edito da Diarkos e dal quale è scaturita la scintilla che ha riacceso i riflettori della memoria sulla vicenda di Vittorio Staccione fino al posizionamento della targa al Parco “Emilio Morrone”, dal nome del calciatore cui fu poi intitolato il “Città di Cosenza”, teatro delle gesta calcistica di Staccione. Ospite d’eccezione, il pronipote di Vittorio Staccione, Federico Molinario, arrivato dalla Liguria per l’occasione e che ha ringraziato ripetutamente il Sindaco Franz Caruso per aver accolto l’iniziativa. Alla cerimonia era presente anche una delegazione del Cosenza Calcio, con il vice direttore Marcello Pizzimenti ed il responsabile dell’ufficio stampa Alessandro Russo. La targa intitolata a Vittorio Staccione è stata benedetta dal Vice Parroco della Chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù, don Davide Iuele. Matteo Dalena, del direttivo di ANPI e ICSAIC, ha letto il prologo al libro di Veltri “Il mediano di Mauthausen”, suscitando una particolare emozione, quando ha scandito ad alta voce la formazione del Cosenza di quel tempo.

“Chi non ha memoria, non ha futuro”

“Esempi come quelli di Vittorio Staccione, Mario Martire, Paolo Cappello e di tanti altri deportati e trucidati nei campi di sterminio – ha aggiunto nel suo intervento il sindaco Franz Caruso – devono servire per dire che la libertà è bella, ma ce la dobbiamo conquistare ogni giorno. Quella di Vittorio Staccione – ha aggiunto il primo cittadino – si interseca con una storia importante, quella dell’antifascismo, che è scritta nella nostra Costituzione che è una Costituzione antifascista. E’ una firma su quello che è un valore assoluto della nostra nazione e mai come oggi è importante ricordarlo e riconoscerlo. Chi non ha memoria – ha detto ancora Franz Caruso – non ha futuro. Per questo è importante essere qui a ricordare Vittorio Staccione. Una storia la sua che tutti dobbiamo conoscere e che dobbiamo additare alle nuove generazioni. Grazie all’iniziativa di oggi – e per me che sono attualmente l’unico sindaco socialista d’Italia ha un valore aggiunto – abbiamo potuto apprendere che non solo Mario Martire e Paolo Cappello, ma anche Vittorio Staccione ha dato un grande contributo alla sconfitta del nazifascismo. Io sono vissuto e politicamente cresciuto in una sezione socialista che era intitolata a Paolo Cappello, per cui questa storia mi appartiene sia per tradizione che come cultura politica e partecipazione. Noi dobbiamo contribuire a diffondere il sentimento dell’antifascismo capendo che è stato sì un momento storico, ma che rischia di ripetersi, perché dobbiamo pensare non solo a quello che si verifica nel nostro Paese, ma anche a quello che si verifica in Europa e nel mondo”.

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