Costa Pulita, le mani dei clan sul turismo vibonese: 22 condanne in appello (NOMI)

Assolto uno dei capi dell'omonima cosca di Limbadi Cosmo Mancuso, reato prescritto per l'ex presidente della Provincia Niglia
costringe figlie a prostituirsi

Si chiude per 30 imputati il processo di secondo grado scaturito dall’operazione della Dda di Catanzaro “Costa Pulita”, contro il clan di ‘ndrangheta dei Mancuso e alcune consorterie collegate, come quelle degli Accorinti, La Rosa e Il Grande, attive nei comuni del litorale tirrenico della provincia Vibonese, colpendone vertici e sodali. La Corte di appello ha sentenziato 22 sconti di pena, 7 assoluzioni e una prescrizione. In particolare i giudici di secondo grado hanno ribaltato la condanna in assoluzione per uno dei capi dell’omonoma cosca di Limbadi Cosmo Michele Mancuso, riducendo la pena per l’ex sindaco e per l’allora consigliere di Briatico, rispettivamente Francesco Prestia e Sergio Bagnato. 

Pene rideterminate

Pene rideterminate

La Corte di appello di Catanzaro, presidente Fabrizio Cosentino a latere Caterina Capitò e Carlo Fontanazza, ha sentenziato sconti di pena nei confronti del capo dell’omonimo clan di Briatico Antonino Accorinti, condannato a 12 anni di reclusione (in primo grado 14 anni e 8 mesi); 8 anni per il figlio Antonio Accorinti (in primo grado 12 anni di reclusione); Sergio Bagnato, 3 anni, 1 mese e dieci giorni di reclusione (in primo grado 4 anni); Nazzareno Colace, 3 anni e 600 euro di multa (in primo grado 14 anni); per Giuseppe Granato, imprenditore di Briatico, 6 anni e 8 mesi, (in primo grado 8 anni); Francesco Grillo, 3 anni, 4 mesi e 800 euro di multa (in primo grado 8 anni); Carmine Il Grande, considerato a capo dell’omonimo clan di Parghelia, 8 anni, 8 mesi di reclusione e 1334 euro di multa (in primo grado 10 anni); Ferdinando Il Grande, di Parghelia, 6 anni (in primo grado 8 anni); Gerardo La Rosa, di Parghelia 6 anni e 4 mesi di reclusione (in primo grado 8 anni); Giancarlo Lo Iacono, di Zambrone, 7 anni di reclusione (in primo grado 8 anni); Emanuele Melluso, di Briatico, 6 anni e 10 mesi, (in primo grado 8 anni e 8 mesi); Leonardo Francesco Melluso, pure lui di Briatico, capo dell’omonimo clan, 6 anni di reclusione (in primo grado 10 anni); Simone Melluso, di Briatico, 7 anni di reclusione (in primo grado 8 anni e 8 mesi); Salvatore Muggeri, genero di Antonino Accorinti, 4 anni e 8 mesi (in primo grado 7 anni); Salvatore Muzzupappa, di Nicotera 3 anni, 1 mese e 10 giorni di reclusione (in primo grado 6 anni); Francesco Prestia,1 anno e 4 mesi; Pasquale Prossomariti, di Santa Domenica di Ricadi, 7 anni di reclusione (in primo grado 7 anni e 4 mesi); Salvatore Prostamo, di Briatico, 5 anni, 1 mese e dieci giorni (in primo grado 8 anni); Giovanni Rizzo, di Nicotera Marina, 3 anni, 1 mese e dieci giorni di reclusione, (in primo grado 8 anni); Carlo Russo, di Zambrone, 7 anni di reclusione, (in primo grado 8 anni); Davide Surace di Spilinga, 3 anni di reclusione (in primo grado 4 anni e 8 mesi); Federico Surace di Spilinga, 3 anni di reclusione (in primo grado 4 anni e 8 mesi); 

Le assoluzioni

La Corte di appello ha assolto Giuseppe Evalto imprenditore originario di Spilinga ma residente a Pizzo (in primo grado condannato a 6 anni e 8 mesi); Francesca Galea, di Siderno (in primo grado condannato a 2 anni); Giancarlo Lo Bianco, imprenditore di Portosalvo, frazione di Vibo Valentia, (in primo grado condannato a 4 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione); Felice Lo Iacono, di San Costantino di Briatico (in primo grado 6 anni); Cosmo Michele Mancuso boss di Limbadi (in primo grado 10 anni e 8 mesi);  Francesco Marchese di Briatico (in primo grado 6 anni e 8 mesi); Eugenya Umyarova  dell’Uzbekistan (in primo grado 2 anni);

Prescrizione

Per Andrea Niglia, ex presidente della Provincia di Vibo, che in primo grado aveva incassato due anni di reclusione con pena sospesa, la Corte di appello escludendo l’aggravante mafiosa ha pronunciato sentenza di prescrizione.

Le ipotesi di accusa

Le ipotesi di reato contestate, a vario titolo agli imputati, vanno dall’associazione a delinquere di tipo mafioso, all’estorsione, all’usura, al concorso esterno in associazione mafiosa. E inoltre appalti truccati, danneggiamenti e detenzione illegale di armi.

Il collegio difensivo

Il collegio difensivo è composto tra gli altri gli avvocati Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Diego Brancia, Dario Gareri, Giusy Caliò, Francesco Sabatino, Patrizio Cuppari, Giovanni Vecchio, Sandro D’Agostino, Daniele Garisto, Sergio Rotundo, Vincenzo Galeota, Francesco Calabrese, Antonio Porcelli, Nicola Cantafora, Armando Veneto, Paola Stilo, Brunella Chiarello, Francesco Gambardella, Michele Accorinti, Vincenzo Trungadi, Antonello Fuscà, Gabriele D’Ottavio, Pasqualino Circosta, Giuseppe Altieri, Guido Contestabile, Massimo Pugliese, Francesco De Luca, Marco Talarico, Sandro Furfaro, Antonio Corsaro, Salvatore Pisani, Damiano Vita, Graziella Scionti, Antonio Cimino, Marco Oldani, Fabio Oldani, Domenico Francica, Antonio Speziale, Giuseppe Bagnato, Antonio Larussa, Anselmo Torchia.

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