di Danilo Colacino – Ormai non si contengono più. Già. Ma dove? A Palazzo De Nobili, of course. E non ci vuole molto a capirlo perché se i filogovernativi, almeno fino a poco tempo fa, insorgono, figuratevi i ribelli. E che ribelli: gente come Sergio Costanzo, il quale si fa ingolosire dalle spaccature in maggioranza e agita le acque. Lo stesso Sergio di centrosinistra, curioso a dirlo pensate un po’ a scriverlo, è infatti stato implacabile – sempre tramite Facebook – con il suo omonimo, sindaco, rivolgendo una sorta di malcelato appello a Forza Italia. Sì, proprio così. A quel partito capeggiato, a Catanzaro e non solo, da Mimmo Tallini, che di Costanzo non è esattamente ‘amico-amico’ o meglio non lo è più. Ma qui allora si sta rivoltando il mondo? No, non proprio. Costanzo è scaltro. Sa bene che è il momento di infilare il dito nella piaga e allora propugna le sue tesi politiche, leggasi legittimi interessi, con senso della realtà.
Il fine di Costanzo. Il leader di Fare per Catanzaro vuole stanare Fi, invitandola a passare sic et simpliciter all’opposizione. Una provocazione, anzi quasi una boutade. Ma lui stesso sa bene che non avverrà. Mai. Almeno nei termini da lui auspicati. Perché le strategie talliane non sono così banali e scontate e si attueranno semmai attraverso una serie di passaggi prodromici, che non sono certo ‘sussumibili’ in un cambio di fronte cieco e avventato. Costanzo parla infatti di ripicche nella sua esternazione social, ma la verità è che nel caso di specie sono in gioco le poltrone. E che poltrone. Altro che veti e risentimenti personali, il problema è ‘dove vai se il posto assicurato non ce l’hai’, perché magari è già occupato. Un bel rebus per i maggiorenti del centrodestra.
Il fine di Costanzo. Il leader di Fare per Catanzaro vuole stanare Fi, invitandola a passare sic et simpliciter all’opposizione. Una provocazione, anzi quasi una boutade. Ma lui stesso sa bene che non avverrà. Mai. Almeno nei termini da lui auspicati. Perché le strategie talliane non sono così banali e scontate e si attueranno semmai attraverso una serie di passaggi prodromici, che non sono certo ‘sussumibili’ in un cambio di fronte cieco e avventato. Costanzo parla infatti di ripicche nella sua esternazione social, ma la verità è che nel caso di specie sono in gioco le poltrone. E che poltrone. Altro che veti e risentimenti personali, il problema è ‘dove vai se il posto assicurato non ce l’hai’, perché magari è già occupato. Un bel rebus per i maggiorenti del centrodestra.
Le contraddizioni ci sono, sono parecchie, e come ovvio non le vede solo Costanzo. Qualunque teoria si preferisca sulle motivazioni effettive della bagarre scatenatasi a Palazzo De Nobili – forse persino contro ogni previsione in un modo tanto dirompente e magari paradossalmente innescata, almeno secondo noi, dalla frenesia ingenerata dalla prospettiva di una vittoria a mani basse alle Regionali – la sostanza dei fatti è che il percorso amministrativo di Abramo sembra aver il fiato corto. Adesso, quindi, per il sindaco l’unica speranza è di trovare sponsor importanti che gli diano ‘garanzie’ per le sempre più imminenti Regionali. Mecenati politici che al momento non pare possano essere gli aielliani, rimasti al pari dei Gentile e di altri personaggi di riferimento, senza un…tetto nazionale.