di Danilo Colacino – Sergio Costanzo lascia o raddoppia? Il leader di Fare per Catanzaro a Palazzo De Nobili è insomma sul punto di abbandonare il centrosinistra, allontanandosi anche dal Pd per tornare alla ‘casa madre’ del centrodestra (come peraltro ventilato da noi di calabria7.it alla vigilia delle Europee dello scorso fine maggio), o rimane ancorato al nuovo percorso intrapreso prima delle Comunali del 2017? Un interrogativo non di poco conto, considerato che dalle sue scelte future (magari un approdo in Lega, più probabile, o in Fratelli d’Italia, ipotesi meno ‘calda’) potrebbero derivare conseguenze immediate per le sorti dell’attuale, assai traballante, maggioranza a sostegno del sindaco Sergio Abramo. L’omonimo del componente del civico consesso che negli ultimi tempi appare parecchio meno diplomatico, e soprattutto dialogante, con il vecchio sostenitore e alleato, da anni ormai autoproclamatosi ‘ribelle dalla lunga vita’. Un Costanzo, oltretutto proprio di recente impegnato in una lotta senza quartiere (è proprio il caso di dire nella circostanza) contro l’assessore all’Ambiente Domenico Cavallaro, che ha in testa di ritentare la scalata – ma stavolta essendo costretto a fare all in – all’assise di Palazzo Campanella.
Si gioca per ‘vincere o morire’, sempre in chiave politica. L’obiettivo elezione è come premesso adesso fondamentale per Costanzo e non solo per lui a onor del vero. Un risultato positivo di capitale importanza in nome di cui starebbe certosinamente ragionando su quale tavolo puntare le tante fiches di cui dispone. Sarebbe infatti un pessimo affare per il diretto interessato non monetizzare le migliaia di voti ottenuti in passato, con molta probabilità ancora suoi, come in occasione della tornata del novembre 2014 quando, pur a fronte di un cospicuo contributo offerto alla causa oliveriana, restò in buona sostanza con un pugno di mosche in mano. Una cocente delusione che, ci permettiamo di commentare pur tenendo fede alla terzietà dalla quale dobbiamo imprescindibilmente essere connotati, possiamo comprendere e persino giustificare. Stavolta, però, è diverso e il Sergio Tupamaros sul piano del calcolo (qui intesa come riflessione) lascia il posto al Costanzo ragioniere. Sarà forse per questo motivo che lo stesso consigliere comunale d’opposizione ha un po’ a sorpresa disertato l’incontro-dibattito sullo sviluppo di Lido di lunedì scorso, organizzato da Open, alla presenza – fra gli altri – del deputato Antonio Viscomi.
Si gioca per ‘vincere o morire’, sempre in chiave politica. L’obiettivo elezione è come premesso adesso fondamentale per Costanzo e non solo per lui a onor del vero. Un risultato positivo di capitale importanza in nome di cui starebbe certosinamente ragionando su quale tavolo puntare le tante fiches di cui dispone. Sarebbe infatti un pessimo affare per il diretto interessato non monetizzare le migliaia di voti ottenuti in passato, con molta probabilità ancora suoi, come in occasione della tornata del novembre 2014 quando, pur a fronte di un cospicuo contributo offerto alla causa oliveriana, restò in buona sostanza con un pugno di mosche in mano. Una cocente delusione che, ci permettiamo di commentare pur tenendo fede alla terzietà dalla quale dobbiamo imprescindibilmente essere connotati, possiamo comprendere e persino giustificare. Stavolta, però, è diverso e il Sergio Tupamaros sul piano del calcolo (qui intesa come riflessione) lascia il posto al Costanzo ragioniere. Sarà forse per questo motivo che lo stesso consigliere comunale d’opposizione ha un po’ a sorpresa disertato l’incontro-dibattito sullo sviluppo di Lido di lunedì scorso, organizzato da Open, alla presenza – fra gli altri – del deputato Antonio Viscomi.
Un’assenza da interpretare. La mancanza a un appuntamento in cui a essere protagonista era il citato parlamentare che, inizia a trapelare in ambienti Democrat, potrebbe assumere un ruolo di primissimo piano nell’opera di ricostruzione del Pd calabrese non è roba da poco. Una semplice coincidenza, dunque, l’assenza costanziana? Mah, sarà…Può pure essere, però, che la veste di relatore assegnata in sua vece al riconosciuto vice-capogruppo di Fare per Catanzaro in Comune, Fabio Celia, intervenuto alla tavola rotonda sulla Marina insieme a Nicola Fiorita (massimo esponente di Cambiavento) e a Roberto Guerriero e Libero Notarangelo – i quali del partito del segretario Zingaretti a livello locale sono di fatto autorevolissimi rappresentanti – non è un segnale da sottovalutare. Anzi, significa verosimilmente che da quelle parti qualcosa si sta muovendo. Eccome. Come nel celebre Gioco dell’Oca, tuttavia, nella nostra disamina torniamo alla casella di partenza, chiedendoci dove va Sergio Costanzo? Perché se avesse intrapreso, pur senza ancora ufficializzarlo, un nuovo cammino verso Destra, qui non intesa come direzione di marcia, non è detto che chi porta il suo identico nome di battesimo nell’assemblea un tempo ospitata dalla nota Aula Rossa faccia salti di gioia, avendo un ulteriore forte interlocutore con cui confrontarsi non necessariamente disposto a sposarne la causa senza se e senza ma.