di Antonio Battaglia – Lo scandalo Cotticelli tiene banco anche a “Non è l’Arena”, nota trasmissione condotta da Massimo Giletti su La7. L’ormai ex commissario ad acta per la Sanità in Calabria ha abbandonato l’incarico a causa delle polemiche successive alla sua intervista, da cui è emerso che non sapeva toccasse a lui predisporre il piano anti-Covid regionale. Una figuraccia costata carissimo, dopo che il servizio televisivo è rimbalzato sui social durante tutta la giornata di ieri provocando la reazione indignata della politica.
“Sembrava la mia controfigura. Non so in quel momento cosa mi sia successo, la mia famiglia non mi ha riconosciuto. Il piano anti-Covid l’ho fatto io – afferma incredibilmente Cotticelli in apertura – Sto cercando di capire con un medico se ho avuto un malore. Quella intervista è preceduta da una serie di attacchi alla mia persona per via mediatica e istituzionale, è la conseguenza logica di un attacco di delegittimazione. Quando in Calabria tocchi degli interessi, devi essere eliminato”.
“Sembrava la mia controfigura. Non so in quel momento cosa mi sia successo, la mia famiglia non mi ha riconosciuto. Il piano anti-Covid l’ho fatto io – afferma incredibilmente Cotticelli in apertura – Sto cercando di capire con un medico se ho avuto un malore. Quella intervista è preceduta da una serie di attacchi alla mia persona per via mediatica e istituzionale, è la conseguenza logica di un attacco di delegittimazione. Quando in Calabria tocchi degli interessi, devi essere eliminato”.
L’ex commissario continua con risolutezza: “Dopo quell’intervista mi sono dimesso per non farmi cacciare da nessuno. Quando un uomo sbaglia deve pagare e metterci la faccia, per rispetto della mia famiglia e del mio passato. Sono qui perché devo ai calabresi una spiegazione”. Dunque, il ricordo della scomparsa Santelli: “Con lei avevamo grande stima reciproca, dal giorno del suo insediamento abbiamo sempre collaborato in ogni fase. Se non fosse morta, non sarebbe successo tutto questo”.
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