di Antonio Battaglia – Accuse pesanti, un complotto in piena regola per rovinare il suo operato. E’ quanto afferma incredibilmente l’ex commissario ad acta per la sanità calabrese Saverio Cotticelli, ospite della trasmissione “Non è l’Arena” condotta da Massimo Giletti su La7.
“Sono stato massacrato per mesi dalla stampa, attacchi che avrebbero ammazzato un elefante – sostiene l’ex generale dei carabinieri – Subito dopo la mia nomina, sono andato a salutare un eroe di quella terra quale è Nicola Gratteri. Il suo consiglio è stato quello di imitarlo: mangiare a lavoro, non frequentare nessuno, lavorare giorno e notte. Ho trovato persino alloggio in una caserma dei carabinieri”.
“Sono stato massacrato per mesi dalla stampa, attacchi che avrebbero ammazzato un elefante – sostiene l’ex generale dei carabinieri – Subito dopo la mia nomina, sono andato a salutare un eroe di quella terra quale è Nicola Gratteri. Il suo consiglio è stato quello di imitarlo: mangiare a lavoro, non frequentare nessuno, lavorare giorno e notte. Ho trovato persino alloggio in una caserma dei carabinieri”.
“Mia gestione fallimentare? Vi dico com’è andata”
Poi, Cotticelli inizia a enumerare dati: “Nel 2018, appena nominato, in Calabria c’era un buco di 218 milioni di buco, nella mia gestione ho abbattuto il debito di 96 milioni di euro. Nella scorsa estate continua Cotticelli – l’azienda Mater Domini diretta da Zuccatelli tirò fuori il debito risalente al 2014 di 100 milioni circa, mai riportato negli anni precedenti sui conti delle aziende regionali. Improvvisamente è stato spinto fuori per far risultare la gestione Cotticelli fallimentare. C’erano relazioni dell’advisor contabile su questo debito, che si riferiva al fallimento della fondazione Campanella. Secondo una sentenza della Cassazione, negli anni precedenti quei debiti non erano esigibili”.
Poi, un’altra ammissione sconcertante: “I Lea (livelli essenziali di assistenza) prima di me erano 162, oggi sono 139. Dunque la struttura è risultata inadempiente. I flussi del 2019 e del 2020, benché caricati dalle aziende della regione, non erano stati mandati al Ministero e quindi nemmeno conteggiati. Ho chiesto alla guardia di finanza alcuni accertamenti, ma non ho potuto fare altro che accettare inerme questa situazione”.
Sanità pubblica e privata
“Ho regolarizzato la sanità privata – continua Cotticelli – Da anni la Calabria non applicava le “brest unit”, regole che impediscono alle strutture che fanno meno di 150 interventi all’anno di poter compiere queste operazioni”. Sulla sanità pubblica, invece, l’ex commissario sottolinea che “in Calabria ci sono eccellenze: il Pugliese di Catanzaro, il Gom di Reggio Calabria e l’Annunziata di Cosenza, le altre strutture fanno fatica”.
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