di Danilo Colacino – Obiettivo 1, 2 o 3, ci viene da scrivere, giocando un po’ con le parole, ma finora la Calabria di soldi dall’Europa ne ha presi, e anche tanti, quale regione depressa di un Paese a…diverse velocità della Comunità.
Peccato, però, che tranne per poche fortunate eccezioni, i frutti di tale ingente massa di argent non si siano visti. Quasi mai. Tanto relativamente agli investimenti pubblici quanto a quelli privati.
Peccato, però, che tranne per poche fortunate eccezioni, i frutti di tale ingente massa di argent non si siano visti. Quasi mai. Tanto relativamente agli investimenti pubblici quanto a quelli privati.
Anzi, spesso, sul copioso flusso dei ‘piccioli’ (detto alla siciliana), più che lungimiranti imprenditori o giovani operatori economici, si sono ‘buttati a pesce’ rapaci prestanome della criminalità organizzata.
Un affare d’oro, infatti, per i tantissimi fiancheggiatori delle mafie che popolano purtroppo il territorio calabro il poter, attraverso società di comodo, attingere a un fiume di denaro che, lo ribadiamo, è spesso sfuggito – o non è comunque servito agli scopi precipui – perfino ai maggiori enti pubblici locali.
Ecco allora che le spinte interne ‘separatiste’ in direzione della cosiddetta Italiexit, tornata di gran moda dopo le ennesime spallucce fatte dall’Unione di fronte a un problema solo apparentemente tutto italiano peraltro come il dilagare del Covid-19, crescono a dismisura.
Un po’ dappertutto, compresa dunque la realtà da poco amministrata da Jole Santelli che tuttavia – come da noi raccontato in un altro articolo sul secondo rinvio del consiglio regionale – ha ben altri pensieri per la testa rispetto al paventarsi dell’uscita dell’Italia, e dunque anche della Calabria, dalla ‘controversa’ Ce.