Covid, alcuni farmaci riducono del 60% il rischio di mortalità: ecco quali

Alcuni farmaci anti-ipertensivi ridurrebbero fortemente a mortalità da Covid. E’ quanto emerso da uno studio pubblicato dalla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). Uno studio effettuato sui dati di 576 pazienti ricoverati all’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) tra il 1° marzo e il 1° maggio 2020, con un’età media di 72 anni.

Il lavoro, che ha riunito un gruppo multidisciplinare di clinici e ricercatori statistici dell’EOC, dell’Università della Svizzera italiana e dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha dimostrato, tramite analisi statistiche avanzate di integrazione dei dati demografici e clinici dei pazienti, che le comuni terapie anti-ipertensive con inibitori del sistema renina angiotensina – i cosiddetti farmaci “RAASi” – riducono di oltre il 60% il rischio di mortalità nei malati COVID-19 considerati a maggior rischio di decesso perché in età avanzata e/o con patologie renali e cardiovascolari.

Il lavoro, che ha riunito un gruppo multidisciplinare di clinici e ricercatori statistici dell’EOC, dell’Università della Svizzera italiana e dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha dimostrato, tramite analisi statistiche avanzate di integrazione dei dati demografici e clinici dei pazienti, che le comuni terapie anti-ipertensive con inibitori del sistema renina angiotensina – i cosiddetti farmaci “RAASi” – riducono di oltre il 60% il rischio di mortalità nei malati COVID-19 considerati a maggior rischio di decesso perché in età avanzata e/o con patologie renali e cardiovascolari.

Per la prima volta – viene spiegato – grazie ad un approccio statistico sofisticato, i ricercatori hanno derivato diversi profili di rischio per valutare l’effetto dei farmaci, analizzare le dipendenze tra i diversi fattori di rischio e l’impatto dei trattamenti sulla sopravvivenza. L’effetto dei RAASi osservato è verosimilmente da attribuire all’interazione tra il coronavirus e lo stesso sistema renina-angiotensina. È noto infatti che il SARS-CoV-2 entra nelle cellule ospiti dopo essersi legato proprio all’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE2) del quale “blocca” la funzione, causando un eccesso di angiotensina e un aumento dell’infiammazione nell’organismo, infiammazione che viene ridotta dai farmaci RAASi.

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