Covid, ditte Trasporti (non Tpl) in corteo verso la Regione con centinaia di bus

di Danilo Colacino – Se scrivessimo che gli imprenditori attivi nel trasporto passeggeri (ma non rientranti nella categoria del cosiddetto Tpl) fra poche ore scenderanno sul ‘piede di guerra’, non sarebbe esatto.

Tuttavia, che il comparto sia in fibrillazione non c’è alcun dubbio.

Tuttavia, che il comparto sia in fibrillazione non c’è alcun dubbio.

Si sente infatti abbandonato, messo alle corde dal Coronavirus e lasciato a un destino che di questo passo non potrà non essere a tinte fosche.

Ecco perché domattina, con il coordinamento di Confapi, ha indetto una manifestazione pacifica e civile però di sicuro assai ‘rumorosa’.

E a parlare del corteo in programma con noi di Calabria7 sono stati il presidente regionale, nonché numero due nazionale della medesima Confederazione, Francesco Napoli e il suo vice (delegato per i Trasporti) Vittorio Chiappetta, i quali hanno esordito riferendoci del nutrito serpentone di autobus di Gran Turismo che da ogni provincia calabrese si metterà in marcia, procedendo con un’andatura media di 70km orari lungo la vecchia Salerno-Reggio, in direzione del mega piazzale del centro commerciale di Lamezia.

Ed è proprio da lì, ovvero dal “Due Mari”, che tutti insieme alle 8 circa si sposteranno – stavolta definitivamente – per dirigersi alla Cittadella dell’area di Germaneto a Catanzaro.

Ultima tappa, neanche a dirlo, la sede della Regione nell’auspicio, anzi forse nella speranza, di essere ricevuti dagli assessori di riferimento Domenica Catalfamo e Fausto Orsomarso.

Ma quali i motivi della protesta? Semplice: si tratta di imprenditori che hanno aziende con un parco mezzi e una pianta organica da milioni di euro, non sovvenzionati da alcuno e invece costretti a pagare tasse su tasse.

Eppure da metà marzo scorso – a causa della grave pandemia da Covid of course – hanno assistito alla cancellazione di tutte le prenotazioni dei noleggi previsti per gite scolastiche, matrimoni, spostamenti di squadre di vari sport e così via. Zero incassi, dunque.

E tanti saluti.

Senza contare la beffa dei mancati aiuti (previsti invece per i loro omologhi appartenenti al settore del Tpl) e del serio rischio di perdere il know how di autisti e collaboratori vari che, pur formati a spese delle stesse aziende, di fronte alla grama prospettiva di guadagnare 900 euro al mese attraverso la cassa integrazione, hanno già avvisato i titolari di molte ditte di aver ricevuto altre offerte di lavoro maggiormente remunerative in ambiti non più bloccati dal Coronavirus.

Ragion per cui, ormai è una corsa contro il tempo per impedire che quasi 2.400 pullman restino fermi a oltranza con tutto ciò che ne consegue.

Ma cosa si chiede per impedirlo? Incentivi.

Ad esempio, essendo stato in passato promesso un monitoraggio per l’assimilazione al Tpl in termini di contributi, che questo avvenga davvero.

Altrimenti, sarà difficile continuare a far fronte alla terribile crisi in atto (contingente e generale) con le risorse personali degli imprenditori coinvolti.

Fatto che determina un pericolo di chiusure, o drastico ridimensionamento, di parecchie attività, con una ‘mazzata’ inferta anche all’indotto, se non ci saranno degli aiuti immediati ed efficaci.

Fra le soluzioni che si vorrebbero prospettare in caso di confronto, oltre a una quasi parificazione con il Tpl e soprattutto il pagamento da parte della Regione dei voucher pensati da questi operatori economici per promuovere lo splendido territorio calabrese attraverso l’iniziativa “Vi veniamo a prendere noi” dedicata ai turisti di altre realtà italiane, anche l’utilizzo dei bus per il trasporto dei forestali e il differimento del pagamento dei bolli.

Ma urge, come più volte ribadito, un intervento della Regione e magari, anche per suo tramite, governativo allo scopo di non mandare presto il comparto a… gambe all’aria.

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