Covid e guerra attentano alla vita di un italiano su tre, povertà che non dipende solo dai soldi

Allarme sull'innalzamento della povertà assoluta, dell'abbandono scolastico, dalla mancanza di assistenza sanitaria e della discriminazione sessuale
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Un italiano su tre rischia l’esclusione e la marginalità sociale. È l’allarme lanciato dalla platea della conferenza nazionale “Povertà ed esclusione”, promossa dall’Ordine degli assistenti sociali in occasione del trentennale dalla sua istituzione. È l’effetto devastante del combinato pandemia e guerra che ha intaccato il tessuto sociale ed economico. Nel 2021 l’Istat certificava che “15 milioni e 390mila persone, il 25,6% della popolazione, erano a rischio povertà ed esclusione”, ha sottolineato in apertura dei lavori il presidente Gianmario Gazzi. “Ma la pandemia non debellata e la guerra in corso porteranno a un peggioramento che rileviamo già nei nostri uffici e nei servizi dove arriva chi non era mai entrato e dove torna chi era riuscito a risollevarsi”, ha spiegato Gazzi.

Peggiora il quadro socio-economico

Peggiora il quadro socio-economico

Da qui, le pessimistiche previsioni di un peggioramento del quadro socio-economico: “Se non si metteranno immediatamente in campo delle politiche strutturali di contrasto – ha avvertito ancora Gazzi – , arriveremo al 33%. Speriamo di sbagliarci, certo, ma il solo Pnrr non potrà bastare”. Quello degli assistenti sociali non è solo un allarme sul rischio innalzamento della povertà assoluta ma anche di tutto lo spettro delle povertà che vanno dalla povertà minorile all’abbandono scolastico, dalla mancanza di assistenza sanitaria ai rischi di una emarginazione a causa del proprio orientamento sessuale. “Ai 5,6 milioni in povertà assoluta – ha spiegato Gazzi – vanno aggiunti quell’italiano su 10 che nel 2020 ha rinunciato a curarsi, quell’anziano su 10 che ha limitazioni nell’autonomia ed è spesso solo, quei 2,3 milioni di famiglie che hanno un loro componente con limitazioni gravi. La povertà non è soltanto una questione di soldi”.

Potenziati i servizi sociali

Un quadro i cui rischi la ministra del Sud, Mara Carfagna, intervenuta alla conferenza, ha spiegato di conoscere bene: “Venendo dal Mezzogiorno – ha detto – so molto bene come funziona la macchina dell’esclusione sociale, per questo mi sono data il compito di rafforzare i presidi a tutela soprattutto di donne e bambini”. Quindi, ricorda l’impegno del governo a favore del rafforzamento degli assistenti sociali: “Con l’ultima legge di bilancio abbiamo fatto un enorme passo avanti, abbiamo rimosso ogni vincolo alle assunzioni e stanziato 650 milioni che entro il 2030 porteranno finalmente al rapporto di 1 assistente sociale ogni 5mila abitanti, una piccola grande rivoluzione”. Un esempio? “Nel Comune di Castellammare di Stabia oggi ci sono soltanto due assistenti sociali, grazie al finanziamento stanziato ce ne saranno quindici”.

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