Covid, il caso dei 173 operatori sociosanitari sardi che non vogliono vaccinarsi

Il 6 agosto scorso hanno contestato davanti al Tar l'obbligo di vaccinazione: l'udienza è fissata per il 14 settembre. Anche l'Anci si oppone al loro ricorso
Un terzo dei cittadini si è visto rimandare un intervento chirurgico o una terapia per indisponibilità delle strutture sanitarie

Sono medici, infermieri, operatori sociosanitari e impiegati delle Assl della Sardegna, oltre che farmacisti, psicologi e veterinari liberi professionisti, i 173 operatori sanitari che non intendono vaccinarsi contro il Covid e che il 6 agosto scorso hanno contestato davanti al Tar l’obbligo di vaccinazione: l’udienza è fissata per il 14 settembre. Convinti dell’inammissibilità del ricorso, l’Anci Sardegna, tramite il presidente Emiliano Deiana, e il sindaco della terza città dell’isola, Quartu Sant’Elena, Graziano Milia, come autorità sanitaria del Comune, si sono opposti all’azione legale dei 173 sanitari.

La gran parte dei ricorrenti presta servizio nella Assl di Cagliari: tutti chiedono l’annullamento, previa sospensiva, dei provvedimenti con cui le rispettive aziende sanitarie hanno intimato loro di vaccinarsi, pena la sospensione dal servizio senza stipendio. Non solo: il ricorso contiene una richiesta di risarcimento per presunti danni che gli interessati hanno subito o subiranno sia in termini patrimoniali sia a livello di “danno biologico ed esistenziale”. Ad alcuni dei ricorrenti, infatti, le Assl della Sardegna hanno notificato i provvedimenti che preludono al demansionamento e/o alla sospensione dal servizio.

La gran parte dei ricorrenti presta servizio nella Assl di Cagliari: tutti chiedono l’annullamento, previa sospensiva, dei provvedimenti con cui le rispettive aziende sanitarie hanno intimato loro di vaccinarsi, pena la sospensione dal servizio senza stipendio. Non solo: il ricorso contiene una richiesta di risarcimento per presunti danni che gli interessati hanno subito o subiranno sia in termini patrimoniali sia a livello di “danno biologico ed esistenziale”. Ad alcuni dei ricorrenti, infatti, le Assl della Sardegna hanno notificato i provvedimenti che preludono al demansionamento e/o alla sospensione dal servizio.

Il sindaco di Quartu Sant’Elena: “Io devo tutelare la mia comunità”

“Io devo tutelare la mia comunità”, spiega Milia, convinto della necessità di vaccinarsi e sconcertato dall’iniziativa degli operatori sanitari no vax, a fronte del numero di vittime e di casi di Covid. Assieme l’Anci, il sindaco di Quartu ha affidato la causa all’avvocato di Cagliari Carlo Augusto Melis Costa che, in una memoria, ha chiesto al Tar di pronunciarsi subito nel merito, per evitare il prolungarsi “di una situazione d’incertezza in una materia così drammatica”. Nel frattempo Milia sostiene una petizione online lanciata dall’associazione quartese ‘Rinascita Quartu’ sulla piattaforma change.org e firmata finora da circa 7 mila persone, a favore dell’obbligo vaccinale e per chiedere ai parlamentari eletti in Sardegna di appoggiarlo con un’iniziativa congiunta sul governo. I 173 no vax si sono fatti rappresentare dall’avvocato di Genova, Daniele Granara, che ha depositato, davanti ad altri tribunali amministrativi di tutta Italia, analoghi ricorsi fondati su una presunta “illegittimita’ costituzionale” del vaccino di cui – scrive – non sarebbe “garantita né la sicurezza né l’efficacia”.

“Finora in pochi casi è stata concessa la sospensiva”, risponde Granara, interpellato dall’AGI sull’esito degli altri ricorsi contro provvedimenti delle aziende sanitarie verso i no vax, la gran parte dei quali attende ancora le pronuncia di merito dei giudici. Gli operatori sardi no vax, che lavorano in strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali, pubbliche e private, in farmacia, parafarmacie e studi professionali, rivendicano la “libertà di scelta della cura e della ricerca scientifica”.

Il ricorso firmato da Granara, in sostanza, contesta, in una sessantina di pagine di argomentazioni, la validità e l’efficacia dei vaccini e ne evidenzia i presunti rischi, lamentando che non siano previsti indennizzi in caso di danni alla salute dei vaccinati. Fra le richieste al Tar Sardegna c’è anche quella di rimettere alla Corte di giustizia dell’Ue le questioni di merito sollevate.

“Il ricorso dei no vax presenta numerosi profili di inammissibilità”

Secondo l’avvocato Melis Costa, invece, il ricorso dei 173 no vax presenta numerosi profili di inammissibilità: fra quelli citati, le diverse posizioni dei ricorrenti, che non sono distinti fra coloro che hanno ricevuto provvedimenti di sospensione e diffide. Nell’elenco ci sono anche persone interessate semplicemente a difendere – obietta l’avvocato di Anci e del sindaco di Quartu – “posizioni ideologiche”, senza distinzione tra categorie lavorative, anzianità, situazione sanitaria personale, esposizione al rischio di contagio”.

“Intere parti del ricorso sono costituite da notizie tratte da articoli di giornale, se non da dati non verificati circolanti liberamente sul web”, rileva Melis Costa nel suo ‘intervento ad opponendum’, depositato alla prima sezione del Tar Sardegna. “Ogni farmaco ha reazioni allergiche, persino l’acqua somministrata come placebo, ogni farmaco può portare reazioni indesiderate; basta leggere qualsiasi bugiardino”. L’avvocato, inoltre, considera “pretestuosa e di natura eminentemente politica e mutuata dalla politica stessa la parte del ricorso in cui si contesta la mancata previsione dell’indennizzo”.

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