Covid, il Viminale svela tutti gli appetiti della ‘ndrangheta: dal Recovery ai vaccini

“Nell’attuale fase pandemica la criminalità sembra aver orientato i propri interessi sull’indebita percezione delle rilevanti e diversificate misure economiche di sostegno disposte dal governo e, prevedibilmente, sulle future risorse che saranno garantite nell’ambito del Recovery Fund”. A lanciare l’allarme è il quarto report dell’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, presieduto dal prefetto Vittorio Rizzi. “La diffusione del coronavirus – si legge nel report – ha impattato significativamente sul sistema economico, alla luce delle misure restrittive assunte per arginare l’emergenza epidemiologica, che hanno determinato la chiusura di quasi tutte le attività e la riduzione drastica dei consumi. In tale scenario, i gruppi criminali, allo scopo di cogliere le opportunità di investimento offerte dall’evoluzione e dalla persistenza della pandemia hanno rivolto i propri interessi non solo verso i citati comparti economici, ma anche nei confronti degli operatori più danneggiati dalle misure di distanziamento sociale adottate in fase di lockdown, come la filiera della ristorazione, la ricezione alberghiera e l’offerta turistica”.

Risorse Recovery Fund in mirino mafie

Risorse Recovery Fund in mirino mafie

Proprio sul versante della criminalità mafiosa, le recenti indagini confermano il tentativo di “accedere illecitamente alle misure di sostegno all’economia, con modalità del tutto assimilabili a quelle adottate dalla più generale criminalità economico-finanziaria (falsificazione di documenti fiscali, utilizzazione strumentale di società cartiere, coinvolgimento di esperti giuridico-contabili)”; “ottenere, da parte delle strutture sanitarie interessate, il pagamento di prestazioni rese da aziende contigue attraverso condotte corruttive”; “infiltrarsi nei servizi di sanificazione che interessano le strutture turistico alberghiere e commerciali”. Fortemente avvertito anche “il rischio che la criminalità organizzata tenti di ‘accreditarsi’ presso gli imprenditori in crisi di liquidità per imporre il ricorso a forme di welfare mediante misure di sostegno finanziario, nell’ottica di salvaguardare la continuità aziendale e di subentrare poi negli asset proprietari o di controllo, oppure eserciti forme oppressive di usura anche verso le fasce più deboli della popolazione, in ragione della crisi di liquidità e lavorativa”.

I vaccini nell’area di interesse dei gruppi criminali

Uno dei rischi segnalati nel quarto report dell’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso riguarda la diffusione La dei vaccini che potrebbe costituire l’area di interesse dei gruppi criminali in funzione dell’elevata domanda e della fisiologica bassa offerta iniziale. Proprio in tema di possibili infiltrazioni, gli analisti invitano a concentrare l’attenzione nei settori economici “resi maggiormente attrattivi dal protrarsi della pandemia (legati alla richiesta di presidi medico-sanitari, all’utilizzo dell’e-commerce, alla vendita al dettaglio di prodotti alimentari, ai servizi di pulizia e funebri)” ed “altamente esposti sotto il profilo sia di possibili gestioni occulte, sia della contraffazione dei prodotti posti in vendita su mercati paralleli o attraverso la rete dark del web”; nei settori economici “maggiormente colpiti dal protrarsi della crisi, acuita dalle misure restrittive adottate per frenare l’epidemia (commercio al dettaglio, turismo, trasporti, attività di intrattenimento)”; “nelle procedure di erogazione di commesse e provvidenze pubbliche, rese potenzialmente vulnerabili dalle misure governative di sostegno all’imprenditoria nazionale che hanno reso maggiormente speditive le fasi istruttorie, attraverso l’acquisizione diretta o indiretta della proprietà o del controllo gestionale di società ed il conseguente dirottamento degli appalti e dei sussidi”; “sul cosiddetto welfare criminale, caratterizzato da vere e proprie forme di sostegno ad opera della criminalità organizzata nei confronti di soggetti privati e operatori in difficoltà economica”; “sull’analisi dei flussi finanziari, soprattutto quelli che utilizzano piattaforme informatiche e applicazioni online, tali da assicurare rapidità ed anonimato”.

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