di Bruno Mirante – Agire preventivamente per scongiurare che il coronavirus e le sue varianti si diffondano all’interno della regione e in particolare negli istituti scolastici. Mentre si attende la decisione da parte del governo su un probabile cambio di colore che farebbe ritornare la Calabria in zona arancione, l’unità di crisi regionale presieduta da Nino Spirlì è al lavoro per studiare l’andamento epidemiologico in Calabria e per valutare le conseguenti decisioni sulla didattica scolastica. Il presidente facente funzioni della Giunta regionale, al termine della riunione dell’unità di crisi, incontrerà i dirigenti generali e i commissari di tutte le Aziende sanitarie provinciali e ospedaliere della regione per fare il punto sulla campagna vaccinale in corso. L’orientamento è quello di procedere alla chiusura di 15 giorni per accelerare le operazioni di vaccinazione includendo anche il personale docente e amministrativo degli istituti scolastici. L’ordinanza dovrebbe essere firmata da Spirlì nel pomeriggio, al termine dei confronti, ma a preoccupare gli amministratori regionali è soprattutto la diffusione in Calabria di variante inglese e l’incidenza della stessa proprio nei luoghi frequentati dai giovani.
“Il dato che mi preoccupa – ha sostenuto il presidente facente funzioni della Regione – è questa presenza delle varianti: fino a quando non ci sono state abbiamo visto che la nostra sanità è riuscita a rispondere, adesso la situazione incomincia a diventare preoccupante. I risultati dei tamponi inviati in altre regioni e quelli processati dal policlinico Mater domini ci dicono che la diffusione della variante inglese è innegabile – ha affermato Spirlì. E soprattutto ci dicono che la diffusione delle varianti è maggiore nei luoghi di assembramento giovanile, a cominciare dalle scuole. Non si può aspettare che il virus sfondi le porte delle case dei calabresi, per poi dover correre ai ripari”. E ancora: “Non comprendo come si possa fare polemiche per una eventuale chiusura preventiva degli istituti mentre nessuno si scandalizza del fatto che le saracinesche di tante attività commerciale sono chiuse ormai da mesi. Bisogna finirla di pensare che sia una guerra tra destra e sinistra, dove la cultura e l’istruzione sono in mano alla destra o alla sinistra. Noi stiamo parlando di aule, non di scuola, la scuola e la didattica restano attive. Le scuole saranno aperte o chiuse a seconda dei dati che avremo a disposizione e soprattutto della possibilità di pericolo per la popolazione che le varianti e i contagi possano aumentare. Se ne facciano una ragione i polemici da una parte e dall’altra. Le decisioni saranno prese su dati precisi e sulle informazioni che arrivano sull’eventuale pericolo per la popolazione. Il Tar – ha rilevato il presidente facente funzioni della Regione – sarà libero di prendere le sue decisioni, ovviamente, ma io difenderò fino in fondo la necessità di salvaguardare l’intera popolazione calabrese. E se c’è un luogo che è più debole rispetto ad altri quel luogo dev’essere assolutamente arginato e non può essere lasciato aperto al virus e al contagio”.
“Il dato che mi preoccupa – ha sostenuto il presidente facente funzioni della Regione – è questa presenza delle varianti: fino a quando non ci sono state abbiamo visto che la nostra sanità è riuscita a rispondere, adesso la situazione incomincia a diventare preoccupante. I risultati dei tamponi inviati in altre regioni e quelli processati dal policlinico Mater domini ci dicono che la diffusione della variante inglese è innegabile – ha affermato Spirlì. E soprattutto ci dicono che la diffusione delle varianti è maggiore nei luoghi di assembramento giovanile, a cominciare dalle scuole. Non si può aspettare che il virus sfondi le porte delle case dei calabresi, per poi dover correre ai ripari”. E ancora: “Non comprendo come si possa fare polemiche per una eventuale chiusura preventiva degli istituti mentre nessuno si scandalizza del fatto che le saracinesche di tante attività commerciale sono chiuse ormai da mesi. Bisogna finirla di pensare che sia una guerra tra destra e sinistra, dove la cultura e l’istruzione sono in mano alla destra o alla sinistra. Noi stiamo parlando di aule, non di scuola, la scuola e la didattica restano attive. Le scuole saranno aperte o chiuse a seconda dei dati che avremo a disposizione e soprattutto della possibilità di pericolo per la popolazione che le varianti e i contagi possano aumentare. Se ne facciano una ragione i polemici da una parte e dall’altra. Le decisioni saranno prese su dati precisi e sulle informazioni che arrivano sull’eventuale pericolo per la popolazione. Il Tar – ha rilevato il presidente facente funzioni della Regione – sarà libero di prendere le sue decisioni, ovviamente, ma io difenderò fino in fondo la necessità di salvaguardare l’intera popolazione calabrese. E se c’è un luogo che è più debole rispetto ad altri quel luogo dev’essere assolutamente arginato e non può essere lasciato aperto al virus e al contagio”.