Covid, lo studio: con asma grave si è più a rischio, ma il vaccino è uno scudo

Il 4,1% dei partecipanti allo studio ha riferito di essere stato ricoverato in terapia intensiva, mentre il 3,1% sono i deceduti
studio covid

I pazienti con asma grave hanno un maggior rischio di finire in terapia intensiva o di morire a causa di Covid-19, se precedentemente ricoverati per questa malattia respiratoria. Lo spiega uno studio scozzese pubblicato su ‘Lancet Respiratory Medicine’, riportato in un articolo pubblicato su Alleati per la Salute (www.alleatiperlasalute.it), il portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis.

Studio condotto su oltre 4 milioni di pazienti

Studio condotto su oltre 4 milioni di pazienti

Lo studio di coorte nazionale – si legge nell’approfondimento – è stato condotto su adulti in Scozia, di età pari o superiore ai 18 anni, per un totale di 4.421663 pazienti inclusi nell’Eave II (Early Pandemic Evaluation and Enhanced Surveillance of Covid-19), una piattaforma di sorveglianza di Covid in tutta la Scozia, usata per tracciare e prevedere l’epidemiologia del virus, informare sulla valutazione della stratificazione del rischio e studiare l’efficacia e la sicurezza del vaccino.

Più della metà ha avuto il Covid

I partecipanti allo studio sono stati seguiti dal primo marzo 2020 fino alla data del decesso o fino alla fine del follow-up (27 luglio 2021). I ricercatori hanno valutato il rischio di ospedalizzazione per Covid-19 e l’outcome composito rappresentato dal ricovero in terapia intensiva o dalla mortalità per Covid in soggetti adulti asmatici, trattati nei 2 anni precedenti all’inizio dello studio con due o più cicli di steroidi orali, o ricoverati in ospedale per asma prima di marzo 2020. Il 12,7% dei partecipanti allo studio ha riferito una condizione asmatica diagnosticata da un medico (tra marzo 2020 e luglio 2021). Il 7% di questi era andato incontro a infezione da Sars-CoV-2, insieme al 12,3% di quelli ospedalizzati per Covid-19.

Soggetti con asma sono più a rischio

Non solo: i soggetti con asma si caratterizzavano per un rischio maggiore di ospedalizzazione per Covid rispetto ai soggetti senza asma. Questa associazione è stata documentata anche negli asmatici sottoposti, nei 2 anni precedenti, a uno, due, tre o più cicli pregressi di steroidi orali. Inoltre, i ricercatori hanno rilevato un innalzamento del rischio di ricovero in Medicina d’urgenza per il virus o della mortalità negli asmatici rispetto ai non asmatici.

Il 3,1% sono i deceduti

Il 4,1% dei partecipanti ha riferito di essere stato ricoverato in terapia intensiva, mentre il 3,1% sono i deceduti. Di questi, 1.186 (98,3%) a causa del virus. “Tutto ciò – indicano i ricercatori – dovrebbe tradursi in 160.910 adulti asmatici che sono stati sottoposti a due o più cicli di steroidi orali o che sono andati incontro a precedente ospedalizzazione per asma in Scozia durante il periodo in studio, da sottoporre con priorità ai vaccini anti Covid-19 (1.930.920 in tutto il Regno Unito). Se prendiamo in esame solo i soggetti trattati con due o più cicli di steroidi orali nei 2 anni precedenti, la stima di adulti asmatici da sottoporre con priorità alla dose booster vaccinale si attesta su 158.000 individui in Scozia, un valore simile al numero (circa 160.000) stimato se si usano entrambi i marker di storia di attacco asmatico”.

Rischio aumenta negli adulti

Secondo gli autori dello studio, gli adulti con una storia di attacco asmatico nei 24 mesi precedenti (definito da due o più prescrizioni di steroidi orali o da ospedalizzazione pregressa per asma) mostrano un innalzamento del rischio di ospedalizzazione per Covid-19 e di soddisfacimento dell’outcome composito rappresentato dal ricovero in terapia intensiva o dall’evento fatale, rispetto ai soggetti non asmatici. Questi risultati sono stati utilizzati dalla Commissione britannica su vaccini e immunizzazione per l’ultima campagna vaccinale (dose booster) anti-Covid, fornendo il razionale per la selezione dei pazienti asmatici da indirizzare prioritariamente a questo intervento di immunoprofilassi. (Adnkronos)

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