Covid, per l’Oms le nuove varianti non fanno paura: ecco le linee guida per la cura aggiornate

"Le attuali varianti - scrive l'Oms - tendono a causare malattie meno gravi, con livelli di immunità più elevati grazie alla vaccinazione"

“Le attuali varianti del virus” di “Covid-19 tendono a causare malattie meno gravi, mentre i livelli di immunità sono più elevati grazie alla vaccinazione”. Due elementi che portano a “minori rischi di patologie gravi e morte per la maggior parte dei pazienti”. Lo sottolinea l’Organizzazione mondiale della sanità, che ha diffuso un aggiornamento delle linee guida per il trattamento dell’infezione da Sars-CoV-2, e ha rivisto le stime sul rischio di finire in ospedale per Covid. Questo, spiega l’agenzia ginevrina, aiuterà gli operatori sanitari a “identificare i soggetti a rischio ricovero alto, moderato o basso e a personalizzare le terapie secondo le linee guida Oms”.

Attenzione solo a immunodepressi e adulti con patologie

In caso di infezione Sars-CoV-2, dettaglia l’Oms, il pericolo è “alto” per “le persone immunodepresse”, che “rimangono a rischio più elevato se contraggono Covid-19, con un tasso di ospedalizzazione stimato del 6%”.
Il rischio scende invece a “moderato” per “le persone di età superiore a 65 anni, quelle con condizioni come obesità, diabete e/o disturbi cronici tra cui broncopneumopatia cronica ostruttiva” Bpco, “malattie renali o epatiche, cancro, le persone con disabilità e quelle con comorbilità di malattie croniche”; per loro, in caso di Covid l’agenzia Onu per la salute stima “un tasso di ospedalizzazione del 3%”.

Come curarsi

“Per le persone” con Covid “a basso rischio di ricovero, l’Oms non raccomanda alcuna terapia antivirale. Sintomi come febbre e dolore possono continuare a essere gestiti con analgesici come il paracetamolo. L’Oms continua a raccomandare fortemente nirmatrelvir-ritonavir (Paxlovid*) per le persone a rischio ricovero alto o moderato”, spiega l’agenzia ginevrina, sottolineando che “nirmatrelvir-ritonavir è considerato la scelta migliore per la maggior parte dei pazienti idonei considerati i suoi benefici terapeutici, la facilità di somministrazione e le minori preoccupazioni in merito a potenziali danni. Se nirmatrelvir-ritonavir non è disponibile, per i pazienti ad alto rischio di ospedalizzazione l’Oms suggerisce l’uso di molnupiravir o remdesivir”, ma “sconsiglia” questi due antivirali “nei pazienti a rischio moderato, ritenendo che i potenziali danni superino i benefici limitati nei pazienti a rischio moderato di ricovero”.
Nelle nuove linee guida sulle terapie anti-Covid, “l’Oms – si legge – sconsiglia inoltre l’uso del nuovo antivirale VV116, tranne che negli studi clinici”.
L’aggiornamento delle indicazioni include poi “una forte raccomandazione contro l’uso dell’ivermectina nei pazienti con Covid-19 non grave”. L’agenzia Onu per la salute “continua a consigliare che nei pazienti con Covid-19 grave o critico l’ivermectina dovrebbe essere utilizzata solo negli studi clinici”. (Adnkronos)

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