Gli italiani temono la rabbia sociale e credono che sarà di enorme ostacolo alla ripresa economica del Paese.
E’ il dato che emerge da un sondaggio di Nando Pagnoncelli, che su Corriere.it traccia un bilancio delle percezioni che gli italiani hanno sul prossimo futuro. Il 63% non crede che la coesione sociale acquisita ed adottata negli ultimi due mesi di emergenza sanitaria durerà a lungo, anzi. Temono che presto la rabbia sociale, in netta crescita dal 12% al 36% attuale, possa creare enorme danno all’economia nazionale.
E’ il dato che emerge da un sondaggio di Nando Pagnoncelli, che su Corriere.it traccia un bilancio delle percezioni che gli italiani hanno sul prossimo futuro. Il 63% non crede che la coesione sociale acquisita ed adottata negli ultimi due mesi di emergenza sanitaria durerà a lungo, anzi. Temono che presto la rabbia sociale, in netta crescita dal 12% al 36% attuale, possa creare enorme danno all’economia nazionale.
Non vi è dubbio che la popolazione sia decisamente segnata da quanto di incredibile ed inatteso sia avvenuto con la pandemia del coronavirus. Ma i cittadini percepiscono i fatti per come accadono e per come vengono raccontati riversandoli sulla loro quotidianità. Ed è qui che si rendono consapevoli che qualcosa di estremamente grave sta accadendo. L’economia italiana attualmente è in agonia e molte potrebbero essere le aziende e le attività commerciali a non sopravvivere. E questa non è purtroppo una semplice percezione. Ad esempio, nella più povera regione d’Italia, la Calabria, il tessuto socio-economico è praticamente condannato ad una fine brutale e drammatica. Chi dovrebbe evitare il tragico scenario prospettato dal Covid sarebbero i politici. Ma loro litigano e buttano l’anima orientando tutte le energie su temi che dopo giorni di polemiche si appianano con ruoli, poltrone, incarichi e così via. Proprio questo atteggiamento sta convincendo gli italiani, e tra loro tantissimi calabresi, che più settimane trascorreranno e maggiore sarà la rabbia sociale, alimentata dall’atteggiamento di una politica nazionale e locale giudicata irresponsabile ed interessata prettamente alla contesa del potere. Si comprende, pertanto, come quello di Nando Pagnoncelli non sia un sondaggio simile a tanti altri sondaggi per tracciare umori e sensazioni nella pancia del Paese, ma un vero e proprio campanello d’allarme che possa richiamare al senso più alto di responsabilità la politica italiana e locale. E magari, la previsione del 63% degli italiani, che oggi immaginano un futuro di rabbia sociale e di crisi economica perduranti, sarà smentita dalla previsione del 22%, che immagina un’Italia sempre più coesa a livello sociale ed economicamente più forte di prima.
Fino a prova contraria vale però l’attuale opinione ed il 63% teme la rabbia sociale ed è sempre più convinta che lo slogan “Andrà tutto bene” urlato, cantato e disegnato durante il lockdown, sia passato di moda.(a.m.)