(D.C.) – App o non app, questo è il dilemma.
Ma di cosa parliamo?
Ma di cosa parliamo?
Della cosiddetta applicazione ‘spia’ sul telefono che tracci gli spostamenti di tutti, così da poter permettere una sorta di razionalizzazione della quarantena.
Misura estrema antiCoronavirus, che non sarebbe dunque più regolata o – per meglio dire vigilata – dai permessi eventualmente vagliati durante i controlli delle forze dell’ordine per strada.
Un’altra limitazione della privacy collettiva, forse persino della libertà personale, ma che in molti iniziano a ritenere necessaria e persino in linea ad avviso di grandi studiosi della materia con il dettato costituzionale in caso di tali emergenze.
Difficile dire, però, quale sia il confine sottilissimo da non oltrepassare fra tutela della salute pubblica e il resto.