(D.C.) – Un reportage e un docufilm che ci hanno lasciato molto da pensare, nella tarda serata di ieri ad Atlantide, sull’effetto apparentemente ‘livellante’ del Coronavirus.
Si tratta infatti di un morbo che può colpire indistintamente tutti.
Si tratta infatti di un morbo che può colpire indistintamente tutti.
Quantomeno sotto il profilo sanitario, perché ad esempio in terra di Calabria – ma non solo – per l’altrettanto fondamentale aspetto economico di palesi differenze ce ne sono davvero parecchie. Eccome.
A cominciare dal divario tra chi può permettersi il forzato stop e gli altri.
Coloro che invece iniziano già ad annaspare.
E che dire poi della miriade di medie e piccole aziende locali con la netta linea di demarcazione esistente fra le sane (la maggior parte, per fortuna) e le ‘malate’ ovvero quelle in mano alla ‘ndrangheta.
Imprese che, in verità, piangono miseria soltanto perché in questo momento non possono riciclare il denaro sporco delle cosche, quando non sono in mano alle stesse consorterie malavitose affidate alla gestione in forma diretta o tramite prestanome.
Realtà che forse è un bene stiano ferme, se non fosse per le sorti di quanti vi lavorano e guadagnano più o meno inconsapevolmente uno stipendio ma da estranei alle trame criminali sottese agli affari condotti dalla loro ditta, in modo da farci guardare meglio dentro da magistratura e forza dell’ordine.
Pubbliche autorità impegnate in questa delicata attività, adesso più che mai, pronte a procedere alle necessarie verifiche, non appena vi sarà la ripresa delle consuete funzioni espletate pre arrivo del Covid-19.