di Danilo Colacino – L’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa), finora chissà perché rimasta incredibilmente sorda a un certo appello, ha autorizzato poche ore fa la sperimentazione medica dell’eparina nella cura del Covid-19.
Immaginiamo di conseguenza la legittima soddisfazione del professore Salvatore Spagnolo, cardiochirurgo di chiara fama originaria di Simeri Crichi a cui sembra essersi accesa la lampadina giusta per così dire, che anche e soprattutto per il carattere schivo rifugge da tali celebrazioni personali.
Immaginiamo di conseguenza la legittima soddisfazione del professore Salvatore Spagnolo, cardiochirurgo di chiara fama originaria di Simeri Crichi a cui sembra essersi accesa la lampadina giusta per così dire, che anche e soprattutto per il carattere schivo rifugge da tali celebrazioni personali.
Proprio ieri, tuttavia, aveva riaffermato a SkyTg24 la necessità di percorrere questa strada, peraltro di recente battuta con successo dai cinesi, e da poco valutata con estrema attenzione e interesse dagli americani.
Da uomo di scienza sarà allora stato di sicuro felice di sapere che la sua intuizione potrebbe salvare, se lo augura oltre a lui tutto il mondo naturalmente, migliaia di vite.
L’eparina diventa dunque una delle speranze dei ricercatori per arrestare l’inarrestabile incedere del contagio da Coronavirus.
E su questo versante sembrano inoltre dare esito positivo i primi test.
Ora va però vagliata la sicurezza e l’efficacia dell’anticoagulante.
Da somministrare a dosaggi diversi, per capire se – e come – migliora il decorso della patologia.
La stessa Aifa ha infatti dato l’ok allo studio multicentrico InhixaCovid19 con la ‘medicina’, a basso peso molecolare (biosimilare di enoxaparina sodica), impiegata sui malati con quadro clinico moderato o severo per il Sars-Cov-2.