Crati, Abate (M5S): lettera alla Soprintendenza per i Beni Architettonici

In mattinata ho scritto una missiva alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Cosenza, Catanzaro e Crotone per sollecitare il loro intervento in merito ai lavori sull’argine del Crati nell’area di Thurio.

Pare, infatti, che la partenza dell’intervento di rifacimento dello stesso, fermi da molti giorni, dipenda da loro. Proprio ieri (16 dicembre) ho preso parte tramite i miei tecnici perché io ero impegnata nella votazione della Legge di Bilancio dello Stato 2020 ad una riunione convocata dal Prefetto di Cosenza per fare il punto sulla situazione. Al tavolo, oltre alla rappresentanza del Prefetto, vi erano i tecnici regionali, i vigili del fuoco, la protezione civile regionale e la rappresentanza del Comune di Corigliano Rossano. Dal dibattito è emerso che il parere della Soprintendenza per la partenza dei suddetti lavori appaltati dalla Regione sarebbe arrivato soltanto tra il 22 e il 23 novembre e conterrebbe alcune prescrizioni. In sostanza, pare, che la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Cosenza, Catanzaro e Crotone (SABAP-CS) abbia chiesto di dare il placet sulla figura individuata dalla Regione e che si occuperà della sorveglianza idraulica oltre al fatto di ricevere la comunicazione di inizio lavori con un congruo anticipo (un mese circa) per permettere, evidentemente, ai funzionari della Sabap-Cs di fare gli opportuni controlli. Ma non è chiaro perché l’“ok” al curriculum non arrivi e cosa voglia dire “congruo anticipo” nella comunicazione di inizio lavori. Forse ai suddetti dirigenti sfugge che i lavori debbano partire il prima possibile, non di certo a gennaio (basta vedere come, proprio in mattinata, i cittadini hanno bloccato la Ss 106 per protesta). Men che meno a gennaio inoltrato. Il Rup individuato dalla Regione, al suddetto tavolo, ha detto che i lavori, una volta arrivato il placet al curriculum e trovato l’accordo con la Soprintendenza, potrebbero partire domani stesso.

Pare, infatti, che la partenza dell’intervento di rifacimento dello stesso, fermi da molti giorni, dipenda da loro. Proprio ieri (16 dicembre) ho preso parte tramite i miei tecnici perché io ero impegnata nella votazione della Legge di Bilancio dello Stato 2020 ad una riunione convocata dal Prefetto di Cosenza per fare il punto sulla situazione. Al tavolo, oltre alla rappresentanza del Prefetto, vi erano i tecnici regionali, i vigili del fuoco, la protezione civile regionale e la rappresentanza del Comune di Corigliano Rossano. Dal dibattito è emerso che il parere della Soprintendenza per la partenza dei suddetti lavori appaltati dalla Regione sarebbe arrivato soltanto tra il 22 e il 23 novembre e conterrebbe alcune prescrizioni. In sostanza, pare, che la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Cosenza, Catanzaro e Crotone (SABAP-CS) abbia chiesto di dare il placet sulla figura individuata dalla Regione e che si occuperà della sorveglianza idraulica oltre al fatto di ricevere la comunicazione di inizio lavori con un congruo anticipo (un mese circa) per permettere, evidentemente, ai funzionari della Sabap-Cs di fare gli opportuni controlli. Ma non è chiaro perché l’“ok” al curriculum non arrivi e cosa voglia dire “congruo anticipo” nella comunicazione di inizio lavori. Forse ai suddetti dirigenti sfugge che i lavori debbano partire il prima possibile, non di certo a gennaio (basta vedere come, proprio in mattinata, i cittadini hanno bloccato la Ss 106 per protesta). Men che meno a gennaio inoltrato. Il Rup individuato dalla Regione, al suddetto tavolo, ha detto che i lavori, una volta arrivato il placet al curriculum e trovato l’accordo con la Soprintendenza, potrebbero partire domani stesso.

Negli ultimi quindici giorni l’argine ha rischiato di collassare ben due volte: sia quando ci fu l’allerta meteo rossa il 23 novembre, sia con le piogge di sabato scorso che hanno ingrossato il corso d’acqua e, per sifonamento (fenomeno disastroso provocato da una risalita verticale di fluido in un suolo che non è in grado di opporsi a tale spinta. Il risultato è quello di una inondazione con rottura degli strati superficiali e/o profondi e danneggiamento o distruzione delle opere costruite. Il fenomeno è legato alla filtrazione, che varia il regime delle pressioni rispetto alla spinta idrostatica ed è innescato da una differenza di pressione tra la parte a monte e quella a valle di un’opera di sostegno), l’argine stava per crollare riversando nuovamente la piena del Crati sulle contrade di Thurio e Ministalla. Ho ricordato ai funzionari della Sabap di Cosenza due cose: la prima è che lo scorso novembre tutta l’area venne allagata a causa della rottura dell’argine nello stesso punto oggetto dei lavori e che ci furono centinaia di miglia di danni dovuti alla morte di interi gregge, raccolti andati a male e case distrutte dall’acqua. La seconda è che sabato, dopo l’ennesimo rischio, ho presentato esposto formale alla Procura della Repubblica competente affinché si accertino tutti i ritardi e le colpe.

Se nel frattempo si dovessero verificare altri danni dovuti anche ai ritardi della Soprintendenza chiederò alle forze dell’ordine di intervenire e verificare anche le mancanze fatte dai suddetti dirigenti responsabili che tardano a dare l’ok al curriculum e ai lavori e, se necessario, paghino di tasca loro per i disagi e i nuovi danneggiamenti. Intanto, facendo sempre seguito al tavolo di ieri in Prefettura, pare che in Regione abbiano già trovato la soluzione per completare la scogliera iniziata sabato e che servirà a rinforzare l’argine in attesa dell’intervento ordinario previsto e per il quale mancano alcune autorizzazioni della Soprintendenza. Seguirò tutto con attenzione e come sto facendo da oltre un anno affinché non si arriverà a una soluzione definitiva.

Rosa Silvana Abate (M5S Senato)

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