Cittadini ostaggio della criminalità e degrado urbano, questo è il quadro fatto da Buongiorno Regione nel servizio ambientato nel quartiere Pistoia di Catanzaro. la denuncia dei cittadini si sentono abbandonati, noi ostaggio della criminalità.
Alla domanda del giornalista “Questo quartiere è diventato una piazza di spaccio?” i residenti confermano, ma aggiungono che non possono intervenire temendo ritorsioni su sé stessi o sulle proprie macchine. Tra montagne di immondizia e calcinacci che cadono dalle palazzine, si aggiunge anche il via vai notturno di spacciatori e tossicodipendenti, che hanno come punto d’incontro il campetto sportivo intitolato a Paolo Borsellino. Doveva essere un avamposto di legalità.
Il rapporto del quartiere Pistoia con le forze dell’ordine
A pochi metri dal quartiere c’è Viale Isonzo, denominato “il ghetto” con decine di edifici abbandonati al degrado e un solo numero civico, il 222. Impossibile rintracciare qualcuno in queste case, intervenire qui è pericoloso anche per le forze dell’ordine, come ribadisce ai microfoni di Buongiorno Regione Giuseppe Brugnano, Segretario nazionale FSP Polizia di Stato, che ricorda le aggressioni avvenute a scapito dei colleghi in quel luogo.
La situazione della famiglia Corasoniti a quasi un anno dalla tragedia
Della famiglia Corasoniti ormai rimangono pochi membri, dopo l’incendio divampato nella loro casa in via Caduti 16 marzo in cui hanno perso la vita tre figli. La tragedia è avvenuta il 22 ottobre, e a quasi un anno il capofamiglia Vitaliano Corasoniti dice: “Qui mancano le basi, le cose principali di un vivere in una società civile”.
La famiglia è tornata in quella stessa via, gli hanno assegnato una nuova abitazione proprio davanti a quella casa bruciata la notte del 22 ottobre: “Veniamo da una tragedia immane -spiega Corasoniti a Buongiorno Regione-, evito di fare uscire mio figlio”. Per Rita Corasoniti, rimasta in sedia a rotelle dopo il dramma, muoversi negli spazi dell’abitazione è quasi impossibile, la sedia a rotelle passa a fatica dalla porta del bagno. La donna spiega che, quando hanno chiesto dei servizi a misura delle loro difficoltà, gli è stato risposto così: “Volete il bagno dei disabili? Allora vi buttiamo lì a Viale Isonzo, questo ci hanno risposto”.