Criminalità e imprese, i dati shock di Confcommercio Calabria Centrale

Di fronte a usura e racket il 64,9% delle imprese ritiene che si dovrebbe denunciare e il 41,2% dichiara che non saprebbe cosa fare

Si è svolta, martedì 28 marzo, la decima edizione della Giornata nazionale di Confcommercio “Legalità ci piace”, un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese. Un appuntamento annuale ideato da Confcommercio contro ogni forma di illegalità per promuovere e rafforzare la cultura della legalità che è un prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo. “I fenomeni illegali – ha dichiarato il presidente di Confcommercio Calabria Centrale Pietro Falbo – alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione sono tutti fenomeni che impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano i consumatori, riducono la sicurezza pubblica e naturalmente alimentano la criminalità organizzata”.

L’attività di Confcommercio per il contrasto alla criminalità

L’attività di Confcommercio per il contrasto alla criminalità

“Un contesto sicuro per le imprese si crea con la piena collaborazione con le forze dell’ordine, le istituzioni e tutte le parti interessate. Un impegno che coinvolge l’intero sistema di Confcommercio per tutelare i territori e le specificità dei diversi settori rappresentati. L’attività di Confcommercio per il contrasto alla criminalità – conclude Falbo – si articola su due filoni paralleli ma strettamente collegati fra di loro: la sicurezza, intesa come iniziative per la tutela delle imprese e degli imprenditori rispetto alle attività criminali e violente, e la diffusione della cultura della legalità e dei valori del vivere civile.”Questi i dati di sintesi dell’indagine”.

IL SENSO DI SICUREZZA. Al Sud il 16% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel proprio territorio nel 2022, un valore significativamente superiore rispetto alla media nazionale pari al 10,3%. L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior crescita dagli imprenditori (per il 31,3% delle imprese), un dato decisamente più elevato rispetto a quello nazionale pari al 25,9%.

TENTATIVI DI USURA E RACKET. Il 31,1% degli imprenditori del sud ha avuto notizia di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona di attività, dato molto al di sopra della media nazionale del 21,4%.

ASSISTENZA CONTRO LA CRIMINALITÀ. Le forze dell’ordine (39%), le associazioni di categoria e le organizzazioni antiusura (22,4%) sono i soggetti sentiti più vicini agli imprenditori minacciati.

ESPOSIZIONE ALL’USURA E AL RACKET. Il 18,1% degli imprenditori del sud è molto preoccupato per il rischio di esposizione a fenomeni di usura e racket nella zona in cui opera, dato superiore alla media nazionale del 16,5%.

IL COMPORTAMENTO DEGLI IMPRENDITORI DI FRONTE AI FENOMENI CRIMINALI. Di fronte a fenomeni di usura e racket il 64,9% delle imprese del sud ritiene che si dovrebbe denunciare (un valore superiore alla media nazionale pari al 59,4%) e il 41,2% dichiara che non saprebbe cosa fare (dato superiore alla media nazionale pari al 30,1%).

MECCANISMI COMMERCIALI FUORI DALLE REGOLE. Nel sud dell’Italia il 68,9% delle imprese si ritiene molto o abbastanza penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione (dato superiore alla media nazionale del 65,1%).

MISURE DI PROTEZIONE. L’80% delle imprese del Sud ha investito in misure di protezione per la propria sicurezza e quella dei propri clienti: in particolare, in sistemi di videosorveglianza e di allarmi antifurto.

QUALITA’ DELLA VITA. Il 18,5% delle imprese del Sud hanno dichiarato che la qualità della vita è peggiorata nel corso dell’ultimo biennio (valore superiore alla media nazionale pari al 17,8%). I fattori che più di altri contribuiscono al peggioramento sono la diminuzione del reddito medio dei residenti, la riduzione della sicurezza personale, l’impoverimento dell’offerta formativa. 

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