Il Draghi bis si allontana e la legislatura appare sempre più in bilico. I partiti, secondo quanto riportato da TGCOM24 hanno ancora quattro giorni per trattare e rimettere insieme i pezzi della crisi che si è aperta con il non voto di fiducia dei Cinquestelle al Senato, ma si tratta di un’impresa in salita. Le divisioni diventano più marcate e il Movimento guidato da Giuseppe Conte continua a essere attraversato da profonde tensioni avvicinando le urne. Ritirare o meno la delegazione al governo è la domanda che manda in tilt i pentastellati nelle stesse ore in cui Salvini e Berlusconi chiudono a qualsiasi ipotesi di poter continuare a sedere insieme ai 5S nell’esecutivo.
Si spera in un passo indietro
Si spera in un passo indietro
Il Pd, che continua a sperare in un ripensamento di Draghi, resta convinto che “formato e perimetro” della maggioranza debbano rimanere inalterati. Ma se queste sono le “premesse”, osserva il sottosegretario a Palazzo Chigi Bruno Tabacci, “la legislatura è finita”. E anche il leghista Giancarlo Giorgetti ammette che “le squadre sono ormai stanche” e che la “partita sia difficile da sbloccare”.
L’agenda del premier Draghi
La missione in Algeria del premier Mario Draghi prevista per la prossima settimana è stata ridotta a un solo giorno. Martedì le ultime riflessioni, poi mercoledì il presidente del Consiglio si presenterà alle Camere così come richiesto dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. Nonostante il pressing del Colle, della politica, e il sostegno delle cancellerie, europee e non solo, Draghi pare restare irremovibile: mercoledì sarà il giorno del suo congedo dal Parlamento, quello che sancirà, definitivamente, la conclusione dell’esperienza delle larghissime intese (CONTINUA A LEGGERE QUI).