Crolla l’accusa di tentata concussione in concorso, ipotizzata nei confronti del poliziotto Giovanni Mellace e dell’imprenditore Giovanni Valentino finiti in un’inchiesta della Procura, che ruota intorno alla contesa di uno stabilimento balneare ubicato nel quartiere Lido di Catanzaro, il “Lido Jonio ce l’hai”. Il gup del Tribunale di Catanzaro Matteo Ferrante ha pronunciato per il primo, che ha scelto di proseguire l’ordinaria udienza preliminare, il non luogo a procedere, nonostante il magistrato avesse chiesto di mandare a processo l’imputato, mentre Valentino, che ha optato per il rito abbreviato è stato assolto, come richiesto dal pm in aula.
Il lido conteso e la doppia denuncia
Il lido conteso e la doppia denuncia
Tutto nasce da alcune denunce sporte da Aniello Grampone, marito di Matilde Talotta, gestori della struttura e parti civili, assisiti dai legali Giuseppe Carvelli e Gianluca Serravale del foro di Cosenza. Poco più di un anno fa, il 22 e il 26 marzo 2021, si era recato prima alla Procura di Catanzaro e poi in Questura per raccontare alcuni episodi che lo avevano riguardato. Secondo le originarie ricostruzioni degli inquirenti è proprio qui che entra in scena Giovanni Mellace, attualmente in servizio alla polizia giudiziaria di Catanzaro. L’ispettore si presenta al “Lido Jonio” e chiede di parlare con Grampone al quale dice di essere a conoscenza dei suoi movimenti e anche di sapere della scadenza del contratto di locazione tra lui e Valentino. Aggiunge – sempre secondo la ricostruzione accusatoria – di voler subentrare nel contratto in quanto titolare effettivo di un birrificio, un’attività che appartiene alla società Esperia, intestata alla moglie di Mellace.
“Tutte le carte passano dalle mie mani”
Sempre secondo le originarie ipotesi accusatorie, il poliziotto avrebbe agito istigato da Valentino: “Vedi che io so tutto, leggo tutto, tutte le carte passano dalle mie mani, conosco tutti i movimenti che fai” avrebbe detto Mellace a Grampone per indurlo a non proseguire la sua battaglia giudiziaria sulla gestione del Lido “con conseguente utilità sia per il Valentino che per lui stesso (Mellace ndr), interessato al subentro nella struttura recettizia in questione”. Un intento non riuscito perché il Grampone ha sporto immediatamente denuncia. Un castello accusatorio questo, però, che si sgretola di fronte alla decisione del gup con la quale i due imputati sono stati completamente scagionati. (g. p.)