Crollo sulla Statale 106, arrivano i periti da Roma

Bisognerà attendere il 2 luglio per conferire l’incarico ai periti chiamati ad accertare le cause che hanno determinato il crollo della rampa di accesso sulla Statale 106 (svincolo di Germaneto) nel 2017. Il gup Domenico Battaglia, preso atto “che nell’albo dei periti e consulenti iscritti nel Tribunale di Catanzaro non risultano persone in grado di svolgere l’incarico peritale in questione e che  per la delicatezza dell’incarico appare opportuna comunque l’individuazione di esperti residenti al di fuori del distretto di competenza” ha nominato  in qualità di periti  il professore Mario Paolo  Petrangeli e l’ingegnere Andrea Polastri, entrambi domiciliati a Roma. Nell’ambito dell’udienza preliminare si sono già costituiti parte civile, l’Anas e il Codacons, (quest’ultimo difeso dall’avvocato Sonia Mirarchi), che con la sua denuncia ha fatto scattare l’inchiesta del sostituto procuratore Tito Valerio.

Sotto accusa Ajmone Cat Alessio Marino (difeso dal legale Aldo Casalinuovo) ingegnere progettista per conto di Astaldi Spa, l’ingegnere direttore dei lavori Antonio Bevilacqua, (assistito dal legale Nicola Carratelli) e Michele Mele, in qualità di ingegnere collaudore statico dell’opera, assistito dai legali Giancarlo Pittelli e Fabrizio Costarella. Tutti e tre sono accusati di cooperazione colposa nell’aver provocato il crollo del muro di contenimento della rampa di accesso n° 6, non prevedendo un idoneo sistema di drenaggio dell’acqua, effettuando una sottostima dei carichi agenti sul terrapieno e realizzando una sovrastima dei parametri di resistenza meccanica del terreno.

Sotto accusa Ajmone Cat Alessio Marino (difeso dal legale Aldo Casalinuovo) ingegnere progettista per conto di Astaldi Spa, l’ingegnere direttore dei lavori Antonio Bevilacqua, (assistito dal legale Nicola Carratelli) e Michele Mele, in qualità di ingegnere collaudore statico dell’opera, assistito dai legali Giancarlo Pittelli e Fabrizio Costarella. Tutti e tre sono accusati di cooperazione colposa nell’aver provocato il crollo del muro di contenimento della rampa di accesso n° 6, non prevedendo un idoneo sistema di drenaggio dell’acqua, effettuando una sottostima dei carichi agenti sul terrapieno e realizzando una sovrastima dei parametri di resistenza meccanica del terreno.

I singoli capi di accusa. Secondo le ipotesi di accusa, Ajmone Cat Alessio Marino, nell’elaborazione della progettazione esecutiva del tratto Statale 106 e del muro di contenimento della rampa di accesso n° 6 non avrebbe previsto un idoneo ed efficace sistema di drenaggio dell’acqua e avrebbe effettuato una sottostima dei carichi agenti sul terrapieno, realizzando dei parametri di resistenza meccanica del terreno. Antonio Bevilacqua, nelle fasi di progressiva realizzazione dell’opera, non si sarebbe avveduto o avrebbe omesso di avvedersi, secondo una ordinaria osservanza delle regole della tecnica, del difetto di progettazione quantomeno in riferimento all’insussistenza di un idoneo e necessario sistema di drenaggio dell’acqua. Michele Mele avrebbe effettuato il collaudo statico senza riscontrare alcuna delle criticità progettuali evincibili attraverso l’ordinaria osservanza della “regole della tecnica”. Fatti commessi a Catanzaro il 26 maggio 2017, data di inizio del cedimento del muro. (g. p.)

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