di Alessandro Manfredi – “Questa piazza è impreziosita dal ricordo di eroi, servitori dello Stato come Luigi Calabresi, Giovanni, Falcone Paolo Borsellino”.
Lo ha detto il capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, oggi a Crotone per inaugurare la piazza, antistante il Palazzo di Giustizia, dedicata al commissario Luigi Calabresi, alla presenza del presidente del Tribunale Maria Vittoria Marchianò e del procuratore della Repubblica Giuseppe Capoccia. Sulla facciata del Palazzo di Giustizia, peraltro, per iniziativa della camera penale di Crotone, è stato realizzato un murales che raffigura i giudici Falcone e Borsellino.
Lo ha detto il capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, oggi a Crotone per inaugurare la piazza, antistante il Palazzo di Giustizia, dedicata al commissario Luigi Calabresi, alla presenza del presidente del Tribunale Maria Vittoria Marchianò e del procuratore della Repubblica Giuseppe Capoccia. Sulla facciata del Palazzo di Giustizia, peraltro, per iniziativa della camera penale di Crotone, è stato realizzato un murales che raffigura i giudici Falcone e Borsellino.
“C’è un filo tragico in questo connubio: la fragilità – ha spiegato Gabrielli – non sta solo nel destino di questi servitori dello Stato, perché oggi li ricordiamo, li celebriamo, ma 47 anni fa Luigi Calabresi lasciò casa sua, lasciò la moglie Gemma, i figli Mario, Paolo e Luigi che ancora oggi ha in sé la rabbia di non aver potuto conoscere il proprio padre. Lasciò in un clima di emarginazione, in un clima nel quale addirittura autorevoli intellettuali ne avevano fatto l’obbiettivo dei loro strali; era il massacratore dell’anarchico Pinelli e questo ostracismo in questo Paese così strano è durato nel tempo. Solo dopo tanti anni, nel 2004, la sensibilità dell’allora presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi restituì questo uomo e questo servitore dello Stato agli onori che gli erano dovuti.
Ed è stata anche la vicenda di Giovanni Falcone – ha ricordato Gabrielli – osteggiato in vita e celebrato dopo la morte. Chi serve il paese deve sentire vivere e percepire la vicinanza della gente e delle istituzioni. Troppo spesso chi è più esposto, chi combatte una battaglia complicata non sempre ha la vicinanza e la comprensione che meriterebbe”.