Rappresentava il fiore all’ occhiello della città di Crotone e dell’ intera Calabria la piscina olimpionica della città pitagorica.
Meta, soprattutto nel periodo estivo di numerosi appassionati e di tante società sportive agonistiche provenienti dall’ area centrale della Calabria, che in vista delle imminenti competizioni in vasca da 50 metri, erano soliti frequentarla per ottimizzare le loro performance atletiche .
Meta, soprattutto nel periodo estivo di numerosi appassionati e di tante società sportive agonistiche provenienti dall’ area centrale della Calabria, che in vista delle imminenti competizioni in vasca da 50 metri, erano soliti frequentarla per ottimizzare le loro performance atletiche .
Struttura unica nel suo genere , insieme a quella di Campagnano a Cosenza, utile ad ospitare manifestazioni estive all’ aperto e in vasca ” lunga” (50 metri).
Del degrado, illustrato nelle foto, il lockdown dovuto al nuovo Coronavirus centra ben poco.
Una chiusura forzata, invece, dovuta all’ inchiesta che ha portato alle dimissioni dell’ ex Sindaco Ugo Pugliese proprio sull ‘affidamento della gestione finito sotto la lente della Procura della Repubblica di Crotone. Che ha visto indagati, oltre al sindaco stesso, i dirigenti del consorzio Daippo e numerosi amministratori pubblici all’ epoca dei fatti in carica al Comune di Crotone su cui pende, da poco, la comunicazione della chiusura delle indagini preliminari da parte del sostituto procuratore .
Ma è la burucrazia, senza alcun dubbio, in questo caso, l’ unica carnefice, la responsabile del degrado in cui versa la splendida struttura della città crotonese.
Unica nel suo genere e soprattutto punto di riferimento per i numerosi giovani che, attraverso la buona pratica dello sport hanno portato in alto i colori di una città molto spesso relegata agli ultimi posti degli indicatori socio economici regionali.
Perché lo sport oltre al lustro che dona , è scuola e palestra di vita. Un antidoto ai tanti mali di una società , specie in quei territori depressi economicamente e soffocati dalla malavita organizzata che, recluta giovani per le strade e li conduce nel tunnel prima dello spaccio e delle estorsioni dopo.
Ed è proprio questo che rappresentava la piscina olimpionica,l’ antidoto al peggio che la Calabria potesse offrire loro. Che, a prescindere dagli esiti dell’ inchiesta giudiziaria, meritava da parte dei burocrati, un attenzione diversa e differente per il delicato ruolo sociale che lo sport ricopre.
E se un tempo, quelle corsie, erano piene di futuri campioni, giovani e meno giovani che imparavano sotto l’ egida guida di tanti istruttori e allenatori qualificati lo stile “rana” , oggi, a riempire quelle corsie sono, come testimoniano le foto, le rane e i loro girini.
Gli unici, in questi mesi, seppur nuotatori provetti per doti naturali, a usufruire e beneficiare degli spazi d’ acqua della piscina olimpionica. Ma c ‘è chi ancora nutre e coltiva la speranza che in un futuro, non troppo lontano, la tradizione natatoria crotonese possa riprendere a sfornare tanti campioni che dello stile rana hanno tessuto le lodi regionali e nazionali di questo magnifico ed elegante sport. (g. c.)
Struttura unica nel suo genere , insieme a quella di Campagnano a Cosenza, utile ad ospitare manifestazioni estive all’ aperto e in vasca ” lunga” (50 metri).
Del degrado, illustrato nelle foto, il lockdown dovuto al nuovo Coronavirus centra ben poco.
Una chiusura forzata, invece, dovuta all’ inchiesta che ha portato alle dimissioni dell’ ex Sindaco Ugo Pugliese proprio sull ‘affidamento della gestione finito sotto la lente della Procura della Repubblica di Crotone. Che ha visto indagati, oltre al sindaco stesso, i dirigenti del consorzio Daippo e numerosi amministratori pubblici all’ epoca dei fatti in carica al Comune di Crotone su cui pende, da poco, la comunicazione della chiusura delle indagini preliminari da parte del sostituto procuratore .
Ma è la burucrazia, senza alcun dubbio, in questo caso, l’ unica carnefice, la responsabile del degrado in cui versa la splendida struttura della città crotonese.
Unica nel suo genere e soprattutto punto di riferimento per i numerosi giovani che, attraverso la buona pratica dello sport hanno portato in alto i colori di una città molto spesso relegata agli ultimi posti degli indicatori socio economici regionali.
Perché lo sport oltre al lustro che dona , è scuola e palestra di vita. Un antidoto ai tanti mali di una società , specie in quei territori depressi economicamente e soffocati dalla malavita organizzata che, recluta giovani per le strade e li conduce nel tunnel prima dello spaccio e delle estorsioni dopo.
Ed è proprio questo che rappresentava la piscina olimpionica,l’ antidoto al peggio che la Calabria potesse offrire loro. Che, a prescindere dagli esiti dell’ inchiesta giudiziaria, meritava da parte dei burocrati, un attenzione diversa e differente per il delicato ruolo sociale che lo sport ricopre.
E se un tempo, quelle corsie, erano piene di futuri campioni, giovani e meno giovani che imparavano sotto l’ egida guida di tanti istruttori e allenatori qualificati lo stile “rana” , oggi, a riempire quelle corsie sono, come testimoniano le foto, le rane e i loro girini.
Gli unici, in questi mesi, seppur nuotatori provetti per doti naturali, a usufruire e beneficiare degli spazi d’ acqua della piscina olimpionica. Ma c ‘è chi ancora nutre e coltiva la speranza che in un futuro, non troppo lontano, la tradizione natatoria crotonese possa riprendere a sfornare tanti campioni che dello stile rana hanno tessuto le lodi regionali e nazionali di questo magnifico ed elegante sport. (g. c.)