Csa-Cisal sulla vertenza addetti pulizie in regione:”Dimenticati lavoratori e leggi”

Per il sindacato Csa-Cisal deve esserci un tantino di confusione fra le ditte aggiudicatarie dell’appalto delle pulizie degli uffici regionali. L’associazione di categoria se ne era occupata recentemente, ma a quanto pare i sospetti non trovano che altre conferme, rese note in un comunicato dal quale emerge che Puliservice dichiara: «l’Ente appaltante Regione Calabria». «Questo non è soltanto un’inesattezza madornale, ma dà la plastica dimostrazione di quanto siano carenti le conoscenze delle procedure ad evidenza pubblica dell’ordinamento giuridico italiano – fa sapere il sindacato-. Puliservice dovrebbe ben sapere che la stazione appaltante della gara – che riguarda anche le pulizie degli uffici regionali –, è la Consip. Un soggetto giuridico ben diverso dalla Regione Calabria che, invece, in questo caso riveste il ruolo di committente. Una differenza non da poco e che peraltro era intuibile, difatti lo stesso rappresentante legale ha asserito che la Regione Calabria ha aderito alla “Convenzione Consip FM3 Lotto 12 Facility Management” e che l’aggiudicatario dei servizi è RTI Manital Idea SpA/Manital Consorzio ScpA.

Che la storia puzzasse di bruciato si capiva non soltanto dal fatto che le aziende coinvolte hanno maldestramente calpestato i diritti dei lavoratori (ricordiamo: 43 dipendenti che hanno visto l’ultimo stipendio a maggio e che non si sono visti riconoscere né ferie non godute e né Tfr) ma anche le “leggerezze” di comunicazione sui contratti presentati agli addetti alle pulizie (ricordiamo che Manital nella lettera di licenziamento aveva addirittura parlato di cessazione dell’appalto) hanno destato più di qualche perplessità sulla piena regolarità del presunto subentro nella gara della consorziata Puliservice. Da quello che sappiamo dunque l’aggiudicatario è un RTI (Raggruppamento Temporaneo di Imprese) composto da Manital e dal suo Consorzio, di cui fa evidentemente parte (ma non sarà la sola) anche Puliservice.

Che la storia puzzasse di bruciato si capiva non soltanto dal fatto che le aziende coinvolte hanno maldestramente calpestato i diritti dei lavoratori (ricordiamo: 43 dipendenti che hanno visto l’ultimo stipendio a maggio e che non si sono visti riconoscere né ferie non godute e né Tfr) ma anche le “leggerezze” di comunicazione sui contratti presentati agli addetti alle pulizie (ricordiamo che Manital nella lettera di licenziamento aveva addirittura parlato di cessazione dell’appalto) hanno destato più di qualche perplessità sulla piena regolarità del presunto subentro nella gara della consorziata Puliservice. Da quello che sappiamo dunque l’aggiudicatario è un RTI (Raggruppamento Temporaneo di Imprese) composto da Manital e dal suo Consorzio, di cui fa evidentemente parte (ma non sarà la sola) anche Puliservice.

Per RTI – spiega il sindacato – s’intende una forma giuridica nella quale più imprese si uniscono per partecipare insieme alla realizzazione di uno scopo specifico. Nel caso specifico per partecipare ad una gara d’appalto, rispetto alla quale singolarmente non possedevano tutti i requisiti necessari. L’RTI è composto da una azienda capogruppo (mandataria) che svolge l’attività prevalente dichiarata in sede di gara e altre aziende che ne fanno parte. A questo punto – domanda il sindacato – sarebbe utile sapere qual sia l’esatta suddivisione dei compiti tra Manital e Consorzio dichiarato in sede di offerta. La si sta rispettando? Sarebbe opportuno un controllo puntuale. Non vorremmo che ci fosse stata una confusione da mercato rionale su questo aspetto. Anche perché dal capitolato d’appalto fino all’offerta tecnica, ricordiamo, sono tutti elementi che equivalgono alla legge in riferimento alla procedura di cui si è aggiudicatari, e non si possono aggirare a piacimento del privato.

Ed ecco il nocciolo della questione. Le imprese fanno parte di un Consorzio. Nei contratti pubblici il Consorzio stabile, oltre a consentire a più ditte di operare in modo congiunto, presuppone che abbia una propria soggettività giuridica. Quindi si espone e agisce, in riferimento al contratto pubblico, come Consorzio. Non capiamo come mai finora abbiano parlato all’esterno soltanto Manital e, soprattutto, Puliservice che sarà pure un’azienda autonoma ma, nel caso di specie, non ha alcuna rappresentanza esterna dell’intero Consorzio. A che titolo parla Puliservice? Con chi può comunicare: con Consip, con la Regione Calabria, con i lavoratori? E a che titolo parla della gara, se è una consorziata ma non rappresenta il Consorzio nella sua interezza? Perché quindi – incalza il sindacato – non viene precisato il ruolo effettivo in questa vicenda del Consorzio stabile? E, sopra ogni cosa, perché il Consorzio non si è fatto carico dei lavoratori e tutte le altre spese dopo che la crisi della Manital è venuta a galla come prevedono le regole?

A riprova che pure la Regione voglia vederci chiaro sulla conduzione dell’appalto delle pulizie, il sindacato Csa-Cisal ha ottenuto dall’assessore al Lavoro un incontro in Cittadella per discutere con i lavoratori. Alla riunione fissata per il prossimo 4 settembre, Manital ha già fatto sapere di non essere intenzionata a partecipare perché, come scritto nei giorni precedenti, non vuole avere un’interlocuzione con l’organizzazione sindacale. Chissà forse si ha paura del confronto costruttivo tra le parti? Ci si può anche nascondere dal sindacato, ma non certo dalla verità. Il sindacato Csa-Cisal aveva già indicato l’unica percorribile soluzione, quella che la Regione si faccia carico direttamente dei lavoratori, assicurando il flusso diretto dei salari e accantonando l’utile di impresa. Va quantomeno considerata come via d’uscita, prima che il caso scoppi definitivamente. Speriamo che l’assessore al Lavoro abbia le idee chiare su come muoversi a tutela dei dipendenti. Come già detto, si ha comunque la sensazione che in questo appalto delle pulizie qualcosa non sia filato del tutto liscio. In ogni caso, il sindacato Csa-Cisal non arretrerà di un millimetro perché si batterà fino alla fine per il rispetto dei diritti dei lavoratori e della legalità della procedura di gara, non fosse altro perché in ballo ci sono soldi pubblici. Proprio per questo, qualunque privato che maneggi risorse dei cittadini deve agire in maniera corretta e in trasparenza, senza giochini, nascondini o camuffato in Consorzi utili soltanto ad incassarelasciando poi in seria difficoltà decine e decine di famiglie. Di questa storia magari – conclude la nota – presto s’interesserà chi le leggi è tenuto a farle rispettare».

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