Cure negate a un bimbo di 14 mesi positivo al Covid, la denuncia di una mamma catanzarese

"Inutili sono state le mie urla nel parcheggio del pronto soccorso contro il personale medico, che non mi ha nemmeno informata dell'assistenza domiciliare per i positivi al Covid"
Coronavirus in Calabria
Cure negate a un bimbo di 14 mesi positivo al Covid e assenteismo sconcertante dell’Asp di Catanzaro. E’ quanto denuncia a Calabria 7 Veronica Carpanzano, giovane donna residente a Montepaone e madre di un bimbo di 14 mesi. Il suo calvario inizia il 16 dicembre 2021: “Mi sottopongo a un test rapido fai da te e risulto positiva al Covid, dopodiché mi isolo assieme a mio figlio e cerco di evitare il contagio utilizzando mascherina e guanti per 24 ore. Non contenta – prosegue – faccio un molecolare sabato 18 dicembre 2021 che conferma la mia positività, mentre mio figlio risulta negativo. Io ovviamente continuo con le misure di prevenzione, ma queste non bastano”.
Il 21 dicembre Veronica chiede all’Asp di Catanzaro un tampone urgente per suo figlio che inizia a stare male con sintomi considerevoli quali febbre alta, diarrea, vomito, tosse e raffreddore. Ma in tarda serata, il bimbo inizia ad avere alcune crisi respiratorie: “Ho chiamato il pronto soccorso di Soverato dichiarando la mia positività e loro, tra mille se e mille ma, mi hanno detto che bisognava fare vestire i pediatri per visitare il bimbo in tenda. Appena resisi conto della positività del bambino, però, i sanitari hanno fatto dietrofront e non lo hanno visitato scaricando la responsabilità sull’ospedale di Catanzaro, munito di un reparto aperto”.
Il 21 dicembre Veronica chiede all’Asp di Catanzaro un tampone urgente per suo figlio che inizia a stare male con sintomi considerevoli quali febbre alta, diarrea, vomito, tosse e raffreddore. Ma in tarda serata, il bimbo inizia ad avere alcune crisi respiratorie: “Ho chiamato il pronto soccorso di Soverato dichiarando la mia positività e loro, tra mille se e mille ma, mi hanno detto che bisognava fare vestire i pediatri per visitare il bimbo in tenda. Appena resisi conto della positività del bambino, però, i sanitari hanno fatto dietrofront e non lo hanno visitato scaricando la responsabilità sull’ospedale di Catanzaro, munito di un reparto aperto”.

L’odissea al pronto soccorso di Catanzaro e i ritardi dell’Asp

La situazione, però, si complica anche al nosocomio del capoluogo: “Una volta arrivati sul posto, mio marito – salito con un’altra autovettura perché negativo – spiega al triage tutta la dinamica ma anche lì si creano problemi: dicevano che la prassi era quella di chiamare il 118 e che nell’eventualità il padre negativo avrebbe potuto portare il figlio in reparto. Insomma, mi hanno abbandonata in macchina con un bimbo di 14 mesi che necessitava di una visita urgente. Inutili – continua – sono state le mie urla nel parcheggio del pronto soccorso contro il personale medico, che è riuscito solo a ricordarmi il rischio di una denuncia penale per aver lasciato l’abitazione durante una quarantena”. Veronica, però, non ci sta: “Nessuno mi ha informata dell’assistenza domiciliare per i positivi al Covid (Usca), che ho scoperto solo il giorno dopo. E’ stata di vitale importanza per la salute del bambino, che è stato poi visitato da due medici. E se il bimbo fosse peggiorato durante la notte, chi si sarebbe preso la responsabilità?”.
Ma l’odissea della donna non finisce qua: “Dal secondo tampone eseguito giorno 28 dicembre risultiamo nuovamente positivi, ma l’Asp assente non rispondeva al telefono e ci ha messo 3 giorni a consegnarci l’esito dei tamponi. Siamo giunti al terzo test giorno 5 gennaio e a oggi, 8 gennaio, ancora devo conoscere il risultato: ovviamente mi è stato detto che gli uffici della prevenzione sono chiusi dal venerdì pomeriggio per tutto il weekend”. Veronica, dunque, decide di agire autonomamente e nella giornata di ieri 7 gennaio sottopone sé stessa e il figlio a due tamponi  fai da te, che fortunatamente consegnano la tanto agognata negatività. “Mi chiedo se tutto ciò è normale – conclude la donna -. E, nel frattempo, aspetto notizie dell’Asp che dovrebbe contattarmi lunedì 10 gennaio”.

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