Secondo una bozza del testo della manovra definito dal Cdm, ci sarà un aumento delle accise sul tabacco a partire dal primo gennaio 2023. Il rincaro coinvolgerà sigari, sigarette, il tabacco trinciato e quello riscaldato. Al contrario, il testo ha bloccato l’aumento progressivo delle imposte sui liquidi per quelle elettroniche, approvato durante il secondo governo Conte.
L’obiettivo è di far entrare circa 138 milioni di euro nelle casse dello Stato. Per farlo, l’accisa su questi prodotti aumenterà del 40%, che equivale a 36 euro per mille sigarette, con un rincaro sul pacchetto da venti di circa 70 centesimi. L’imposta salirà ancora a 36,5 euro per mille sigarette, nel 2024, e a 37 euro nel 2025.
L’obiettivo è di far entrare circa 138 milioni di euro nelle casse dello Stato. Per farlo, l’accisa su questi prodotti aumenterà del 40%, che equivale a 36 euro per mille sigarette, con un rincaro sul pacchetto da venti di circa 70 centesimi. L’imposta salirà ancora a 36,5 euro per mille sigarette, nel 2024, e a 37 euro nel 2025.
La nuova tassazione non riguarderà solo i fumatori tradizionali, ma anche chi usa sigarette elettroniche a tabacco riscaldato, le cui ricariche aumenteranno in linea con gli altri prodotti. Inoltre, nel mirino del governo potrebbe finire anche la cannabis light, cioè quella con un valore di thc inferiore allo 0,5%.