Dal sesso a pagamento alle analisi gratis, così i carabinieri scoprono la truffa all’ospedale di Catanzaro

Siringhe, garze, provette, apparecchiature sanitarie di proprietà dell’Azienda sanitaria Pugliese-Ciaccio, ma utilizzate per fini personali

Aghi, siringhe, garze, provette per effettuare prelievi ematici, apparecchiature sanitarie strumentali a processarle, tutte di proprietà dell’Azienda sanitaria Pugliese-Ciaccio, ma utilizzati per fini personali e per agevolare alcuni pazienti. Un sistema truffaldino, quello che oggi ha portato i carabinieri della sezione di pg della Procura a notificare un provvedimento di sospensione dal servizio per la durata di 12 mesi nei confronti di due dipendenti dell’ospedale e ad altre 7 iscrizioni nel registro degli indagati per i destinatari delle prestazioni sanitarie (LEGGI).

Dal giro di prostitute alle prestazioni gratuite beffando l’ospedale

Dal giro di prostitute alle prestazioni gratuite beffando l’ospedale

Un’inchiesta, che costituisce uno stralcio del procedimento nell’ambito del quale è stato accertato che Cesare Curcio, 58 anni, barbiere, ex vigilante del Tribunale di Catanzaro, e fino a ieri in servizio alla Regione Calabria, giorno in cui gli è stata notificata una misura cautelare agli arresti domiciliari, ha favorito e sfruttato da anni l’attività di prostituzione di diverse donne (LEGGI). I carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria di Catanzaro stavano intercettando Curcio, noto come “Cesarino”, e spiando le sue mosse hanno notato che il vigilante si avvaleva di prestazioni sanitarie, grazie all’ausiliario  Fancesco Cropanese e all’infermiere Luigi Longo, che utilizzava materiale e strumenti del nosocomio, svolgendo nei fatti mansioni di libero professionista, acquisendo tra l’altro proventi in nero, provocando danni economici all’Azienda sanitaria.

I raggiri e le omesse registrazioni

Contestualmente all’attività intercettiva su Curcio, gli investigatori hanno iniziato a monitorare il cellulare di Longo, scoprendo un’attività illecita che non si sarebbe limitata ad un singolo episodio, ma sarebbe stata molto più estesa: l’uomo avrebbe utilizzato “gli attrezzi da lavoro” per somministrare prestazioni a domicilio ad una più vasta cerchia di richiedenti nell’arco temporale che va da novembre 2022 a gennaio 2023.  Longo e Cropanese con il concorso di Cesare Curcio, richiedente la prestazione sanitaria nell’interesse della moglie, con una serie di raggiri, consistiti  nell’omettere le registrazioni di una richiesta di prenotazione, della prestazione di esecuzione di prelievi ematici a domicilio e quella dell’utilizzo di strumentazione ospedaliera per processare i campioni, avrebbero procurato a Cesare Curcio un ingiusto profitto, rappresentato dal mancato pagamento del ticket a fronte della prestazione sanitaria comunque erogatagli all’insaputa dell’Azienda Pugliese-Ciaccio danneggiata.

Prestazioni sanitarie a costo zero

Stesse prestazioni sanitarie eseguite anche a favore di Andrea Francesco Masi, Rosario Bulotta Rosa Dara, Gianluca Squillace e Anna Maria Gentile, accusati di truffa per avere insieme a Longo e Cropanese compiuto una serie di omissioni, come quella di non registrare la prenotazione, beneficiando di prestazioni a costo zero. Questi ultimi due indagati rispondono anche di peculato in concorso. Nei confronti di Luigi Longo si ipotizza la falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità: l’infermiere avrebbe indotto in errore il pubblico ufficiale addetto alla registrazione degli utenti, che eseguivano prelievi al laboratorio analisi del Pugliese con tanto di ricevuta, attestando il falso. L’indagato avrebbe, infatti, dichiarato che il prelievo di sangue, o dell’emocromo, di colesterolo, trigliceridi, creatinina o di altri esami ancora dei pazienti, processati in ospedale, sarebbero avvenuti nella struttura sanitaria e non a domicilio, (come avvenivano) con l’ulteriore violazione derivante dal fatto che i pazienti non si trovavano in condizioni di intrasportabilità nel nosocomio, come previsto per le prestazioni sanitarie effettuate a  casa. Pazienti, tra l’altro, che non avevano affatto prenotato la visita a cui sottoporsi.  In molti più gravi casi, Longo non lasciava traccia in ospedale delle prestazioni sanitarie, nonostante nel laboratorio analisi gli esami erano stati processati.

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